Prima dell’invenzione della scrittura l’uomo aveva una memoria strepitosa. Oggi noi non ne abbiamo.
Molte tribu’, un tempo, conoscevano i nomi dei loro avi a memoria fino a 250 generazioni prima. Questo ci dovrebbe far pensare…
Cosa ci è accaduto?
Agli individui della nostra civiltá manca sempre un bene prezioso, il tempo.
Molte tribu’ odierne, volutamente, hanno disimparato a leggere e scrivere per conservare la memoria e ora ricordano molto piú di noi, uomini civilizzati.
La capacitá di dedicarsi interamente a qualcosa è una capacitá che oggi l’umanitá purtroppo non ha piú.
Dovremmo lottare per avere piú concentrazione e dedizione.
L’ideale è un dio, è la missione della nostra anima.
Chi percepisce il proprio ideale finisce per avere piú energia, essere piú sano e rimanere giovane piú a lungo.
L’ideale è un dio, una dea e ci aiuta a stare meglio e avere piú energia.
Dedicarsi fa rima con amarsi, per dedicarci al nostro ideale dobbiamo amare profondamente la nostra natura, ció che noi siamo.
Se c’è qualcosa che è e che rimane sempre misterioso alla nostra mente è ció che noi siamo davvero e senza la vera conoscenza di chi siamo realmente, diviene poi difficile per noi divenire ció che siamo realmente e, dunque, realizzare il nostro obiettivo su questo pianeta.
Non possiamo conoscere la nostra vera natura con la mente razionale, per farlo dobbiamo imparare ad andare oltre la mente. Riuscire ad ampliare la consapevolezza al di la’ dei limiti della mente pensante.
Il pensiero logico e la ragione sono una cosa, poi vi è la mente poetica, essa ha la capacitá di un pensiero mitico, che è il pensiero dell’uomo primitivo. La mente poetica ci consente di comprendere (prendere con), dunque abbracciare ció che siamo.
Conoscere il nostro ideale significa avere fede in noi stessi e in quello che siamo venuti a fare e amarci.
Si puó agire a cuore aperto affidandosi, avendo fede in ció che sta per accadere.
La differenza tra il diffidare e il confidare è enorme.
La fede esiste quando non ci sono credenze, qualora ci siano credenze, non c’è fede!
Se vi è una credenza inconscia, innata, di non farcela, siamo sicuri che non riusciremo.
Vivendo con fede ci si rende conto che la vita è mito. Solo avendo fede si percepisce il mito. Vedere il mito è riscatto e liberazione, dunque vedere e riconoscere il proprio mito è fondamentale.
Quando lo si riconosce significa che si è usciti dal proprio io, dalla propria mente. Dunque vedere il mito, che si sta mettendo in atto nella propria vita permette di uscire dal mito stesso.
Il mito è universale, trascende l’io, è una faccenda di dei, dee, i cosiddetti archetipi per gli psicanalisti.
Elevandosi all’Olimpo, si torna in illo tempore, nel tempo degli dei, delle origini.
Questo processo non puó essere fatto con la mente ordinaria. Questo processo ti risolve.
Ti trasferisci da una dimensione individuale, personale, in cui sei vittima (la Caverna di Platone), a una in cui sei divino; quando vedi il mito che stai mettendo in scena esci dal tuo io e riesci a vedere le cose da una prospettiva divina, degli dei e cosí divieni libero.
Dandosi si raggiunge il desiderato, avendo fede nel proprio ideale. Se tu ti dai totalmente, l’universo si da totalmente a te.
L’ideale è fede, quindi devi vivere ogni momento della tua vita con fede e amore, perché sei un mago e cosí le cose vengono a te, perché l’universo ti si da’ incessantemente.
Ora alzati, crea un obiettivo e dedicatici con impeccabile fede e vedrai che il risultato verrá a te e non esiste l’obiettivo impossibile.
Prova a fare una piccola cosa impossibile per la tua mente, attraverso la fede.
Poi credici e goditi il risultato.
Brano tratto dalla diretta del 17 marzo 2021 di Selene Calloni Williams
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