Questo lungo, ma molto interessante articolo tratto dal blog di Sergio Costanzo, permette di comprendere a fondo come le energie umane e dei luoghi interagiscono tra di loro e nello sviluppo di patologie. Per luoghi si intende anche il supremo spazio che ci ospita e tutto il suo contorno, consistente nell’universo. Si parla anche delle percezioni animali e di come essi abbiano quel qualcosa in più, non avendo il dono della parola. Dono che per molti umani si puó ritenere sprecato.
Consiglio vivamente la lettura per un risveglio delle percezioni, ma anche per dare un senso razionale a certi perché, che spesso mi vengono rivolti e che molti altri si fanno da soli e che spesso non hanno il coraggio di esternare.
“Il luogo è per definizione “una porzione di spazio materialmente o idealmente delimitata”. Dalla notte dei tempi, le necessità fondamentali dell’essere umano sono rimaste inalterate: reperire il nutrimento fisico e spirituale. E’ per rispondere a questo bisogno primordiale, che l’uomo nel corso dei millenni, ha delimitato fisicamente ma soprattutto idealmente, luoghi particolari per caratteristiche geofisiche ed energetiche.
Energia, un termine derivato dal greco, dato dalla fusione di due parole, “en” dentro ed “ergon“, lavoro, opera.
Dunque, Luoghi d’Energia, ovvero porzioni di spazio idealmente o materialmente delimitati in grado di produrre autonomamente e intimamente un lavoro. In altre parole luoghi capaci di estrinsecare energie di varia natura che inevitabilmente si compenetrano e interagiscono con tutte le altre forme di energia, inclusa quella compressa, ovvero, la materia.
Associare i due termini ed i significati che sottendono è invero abbastanza arduo ed inusuale almeno per l’uomo moderno, ma questo concetto è stato il fondamento su cui si è basata la ritualità e quotidianità umana in ogni epoca ed ad ogni latitudine. I luoghi d’energia o luoghi alti come li definiscono i francesi, hanno da sempre rappresentato un punto di riferimento, per l’uomo alla ricerca del benessere, della salute fisica ma soprattutto del contatto col trascendente.
Nel corso dei millenni, in virtù delle loro caratteristiche, questi luoghi sono divenuti luoghi di culto, in onore di divinità le più disparate, o luoghi di cultura e potere. Paradossalmente questo intimo legame tra energia e fede, energia e conoscenza, ne ha decretato l’alienazione e l’oblio.
Le nebbie del passato, vanno gradualmente dissolvendosi e da più parti autorevoli voci si alzano, nel tentativo di portare l’uomo, a riappropriarsi di quella cultura e quella conoscenza che gli erano proprie. Purtroppo, agli albori del terzo millennio, vittima consapevole eppur complice di una fretta imperante, l’uomo ha poco tempo e poca voglia di porsi domande e in questo contesto di cultura preconfezionata, preferisce assumere una forma mentis non propria alla quale si conforma e si adatta. Cogito ergo sum sembra così fuori moda da apparire offensivo e molte riflessioni, sulla natura dei luoghi, sul rapporto intimo con la terra, sono relegate al mondo degli ”esoteristi”, degli “studiosi del paranormale”, degli “scienziati di frontiera” o dei curiosi, come me.
Così, purtroppo, molti richiami cadono nel vuoto. Se per esempio le teorie del Dottor Hartmann, fossero state recepite con più attenzione, oggi forse saremo qualche passo avanti, nell’irto ed erto cammino per il recupero della conoscenza e padroneggeremo un un sapere che è invece relegato ancora al mondo delle cose oscure e nascoste.
Un sapere che era proprio di tutte le culture antiche e che era stato trasmesso e conservato con cura da generazioni di sciamani, sacerdoti, veggenti, sensitivi, druidi, profeti, monaci e architetti. Ecco dunque il perché di questo luogo ideale e materiale, un tentativo modesto di aprire uno spiraglio, di esplorare il nostro mondo, di concepire la Terra come un essere vivo e pulsante capace di agire, reagire e soprattutto interagire con l’uomo e la sua energia. Templi, caverne, menhir, piramidi, moschee, piccole pievi romaniche o maestose cattedrali, chi di noi in certi luoghi non si è sentito almeno una volta accolto, abbracciato, sollevato, e il suo respiro si è fatto sincrono, ritmato, con un respiro più ampio, immenso… Questi luoghi che dalla preistoria hanno richiamato a se l’uomo, sono stati frequentati, armonizzati, modificati, usurpati, ma ancora oggi il battito della terra è forte e presente.
I Luoghi
Che cos’è dunque un luogo d’energia? E’ scientificamente provato che utilizziamo solo il 10% delle nostre potenzialità cerebrali. Anche la percezione, attraverso i nostri sensi, è parziale. Riusciamo ad udire solo determinate frequenze, così come riusciamo a vedere e percepire solo una gamma limitata di radiazioni cromatiche. Tutto ciò è considerato normale, mentre non si pensa altrettanto di persone che estrinsecano capacità “extrasensoriali”. Un rabdomante per esempio riesce a sentire l’acqua diversi metri sotto terra, un radioestesista riesce a captare le energie sottili o le onde di forma. Tali facoltà erano nei tempi passati considerati doni, coltivate, e sfruttate. Ebbene i luoghi d’energia, naturali o creati con intervento umano, sono quei luoghi che contribuiscono ad aumentare le nostre percezioni, il nostro benessere, il nostro metabolismo, fino a giungere a diretto contatto con il trascendente. L’attenzione estrema che i nostri antenati ponevano nell’ascoltare il ritmo della terra, li portava non solo a identificare i luoghi d’energia, ma anche i luoghi dove fosse insalubre abitare, vivere, lavorare. Le conoscenze della salubrità o meno dei luoghi sono stati quasi sempre appannaggio della casta sacerdotale. Nell’antichità i cinesi sceglievano i luoghi dove costruire secondo lo studio delle simmetrie dell’ambiente circostante. Greci e latini, facevano pascolare e dormire le greggi per un anno sui terreni dove volevano costruire. Nei vecchi monasteri in Himalaya si orientavano le celle per i monaci in modo che fossero contenute entro una cella del reticolo di Hartmann, e quindi in zona neutra. Gli antichi luoghi sacri pagani e paleocristiani sono pieni di energia positiva. Dolmen, obelischi, menhir, piramidi e poi le grandi cattedrali, i costruttori hanno sempre tenuto in considerazione lo studio e la ricerca di luoghi carichi di energie positive e di neutralizzazione delle energie negative.
I menhir punteggiano la superficie della terra dall’estremo oriente fino in Irlanda, sull’isola di Pasqua come in Africa o in Australia, in Sudamerica come negli attuali Stati Uniti. La cultura megalitica permetteva all’uomo di rilevare i nodi geopatogeni, o zone ad energia negativa. Collocare a terra un menhir, equivaleva a praticare una sorta di agopuntura per trasformare le griglie vibratorie negative, una sorta di sanificazione del terreno e gli obelischi di pietra fungevano da trasmettitori che irradiavano in nella zona circostante energia positiva, una funzione che anche oggi continuano ad avere. Gli antichi Romani, non solo orientavano tutte le costruzioni in relazione ai reticoli, come del resto i Celti prima di loro, ma il tracciato delle loro strade, seguendo le indicazioni degli Auguri, evitava quando possibile luoghi ad energia negativa. Questo per ridurre l’affaticamento dei loro soldati in marcia. Così nell’antica India, le griglie sono state usate per definire il concetto degli otto dishas, (orientamenti) e più precisamente per definire l’orientamento delle tempie ( e quindi della testa ), in relazione alle zone ove risiedere, come è spiegato nei Vastushastras.
I costruttori di cattedrali nel medioevo, oltre a sfruttare luoghi già conosciuti dal punto di vista cultuale ed energetico, eressero meravigliose torri, aventi, tra l’altro, la funzione di antenna ricetrasmittente di energie cosmotelluriche. In definitiva alcuni luoghi furono selezionati, frequentati, modificati, al fine di potenziarne la salubrità e quindi migliorare le condizioni della vita materiale degli uomini, altri invece furono selezionati e potenziati a fini terapeutici o per innalzare lo spirito verso mondi superiori.
Dai Menhir alle Cattedrali
Le civiltà che ci hanno preceduto su questa terra, hanno lasciato sin dall’epoca eneolitica (Eneo = di bronzo),testimonianze evidenti e affascinanti che le culture successive hanno tentato di spiegare, plagiare, demonizzare. In alcune zone del pianeta riscontriamo un’ampia quantità e qualità di testimonianze, ma si può considerare che i Menhir siano dispersi in tutto il mondo.
Menhir è un termine di derivazione Bretone e significa “luogo delle pietre” o “Lunghe pietre” e proprio la Britannia è forse uno dei luoghi dove è possibile incontrarne il maggior numero. Nella foresta di Montargis si trova questo Menhir presso il quale ancora oggi si recano le donne che non riescono a concepire.
Oltre alla connotazione energetica è importante sottolineare lo sforzo e le implicazioni tecnologiche che hanno permesso l’escavazione, il trasporto e la collocazione di questi enormi massi, aspetti ancora non del tutto chiariti. Dove non arrivò la la ragione, poté l’immaginazione o ancor più la chiesa. Così i vari siti megalitici che oggi conosciamo, vennero considerati opera dei pagani o del diavolo, identificando i menhir come fanciulle pietrificate per aver violato un comandamento, o buoni cristiani ridotti in pietra da Satana in persona.
Ci fu così nel tempo il tentativo di “cristianizzare” i menhir, certamente con scarso successo. Queste pietre infisse nel terreno, si ritrovano dunque in tutto il mondo.
Anche se i cultori della storia dell’arte e dell’archeologia non hanno azzardato accostamenti, da un punto di vista del ruolo deputato a tali strumenti, si possono tentare delle congetture. Citerei e accomunerei gli obelischi, presenti soprattutto in Africa e in Medio Oriente, ( quelli di Karnak risuonavano come enormi diapason ), ma anche le enigmatiche figure antropomorfe dell’Isola di Pasqua, le colonne ferree e le nostre steli di Luni, in Toscana.
Anche i centri oracolari, erano connotati dalla presenza di pietre fittili e spesso ad una certa distanza delle pietra principale, erano collocate altre pietre minori, quasi a costituire una rete per la circolazione delle energie. A Delfi esiste ancora una copia dell’omphalos, una pietra infissa a terra. Si narra che il luogo era dedicato a Gaia, ed era protetto dal serpente Pitone. Apollo uccise il serpente e sul luogo della contesa fece erigere una colonna. Analoga storia si narra per Delo, o per Montovolo, centro oracolare etrusco sull’appennino tosco emiliano. A pergamo in Turchia, la pietra che indica l’omphalos, ha scolpiti in bassorilievo due serpenti, animale utilizzato per simbolizzare le forze energetiche sotterranee. Una nota particolare per reperti litici poco conosciuti, ma anch’essi dispersi in tutto il mondo. Si tratta di sfere di dimensioni e peso considerevoli, alcune volte rinvenute isolate, altre inglobate in complessi architettonici di successiva edificazione. In Europa si rilevano più numerose in Serbia, ma segnalazioni certificate, le collocano in 122 nazioni. Queste pietre infisse nel terreno dunque hanno costituito antenne ricetrasmittenti di energia cosmotellurica, a beneficio degli uomini che seppero sfruttarla.
Nei primi secoli del cristianesimo, un movimento di asceti scelse come luogo di meditazione l’apice di monoliti infissi nel terreno e in alcuni casi lo elessero a propria dimora. Il più famoso è sicuramente San Simeone Stilita che in Siria dimorò per quasi trenta anni all’apice di una colonna di alta 17 metri. E’ logico pensare che oltre alla carica votiva questi uomini ricevessero e usassero una particolare energia proprio dal luogo ove risiedevano. Intorno alla colonna fu edificato intorno al 490 seguito dell’avvento dell’Islam. Oggi rimane di quella colonna un moncone eroso dal tempo e dall’incuria. Sarebbe interessante analizzare anche da un punto di vista radioestesico l’energia di tali luoghi.
I menhir da pietre isolate, sono stati poi collocati in modo da formare delle strutture allineate, talvolta di poche unità, come nell’area sacra di Sa Perda Longa in Sardegna. Questi allineamenti, seguivano verosimilmente vie d’acqua subaeree o linee di energia particolarmente elevate.
Impressionante il numero e le dimensioni dei menhir allineati in Francia a Carnac. La leggenda vuole che una folle inferocita inseguisse un tale e per intervento divino venisse pietrificata.
Altre strutture organizzate sono definite Cromlech, (dal bretone crom,”rotondo”, e lech, “pietra”) costruzioni circolari la cui funzione era forse molteplice, sacrale ed astronomica. Anche se la maggior parte di questi recinti sacri si ritrova nel nord Europa, vi sono alcuni esempi anche in Italia e in particolare in Valle d’Aosta. Il più famoso e studiato rimane quello di Stonehenge, ma vale la pena di ricordare anche il cerchio di Avebury.
Altre strutture litiche collocate in luoghi a particolare carica energetica sono i Dolmen (dal bretone dol, “tavola”, e men, “pietra”) lastre poste orizzontalmente su sostegni verticali. La sardegna può vantare il Dolmen più importante di tutta l’area del mediterraneo, una struttura litica del peso complessivo di 27 tonnellate.
Vie Cave
Altri luoghi abbastanza misteriosi per origine e significato, sono le Tagliate Etrusche.
Disseminate in tutta la Toscana e il Lazio, sono vere e proprie vie cave intagliate nella roccia. Sono state avanzate alcune ipotesi, ma tutte fumose e poco convincenti. E’ noto che la religione etrusca fosse impregnata di concetti divinatori ed esisteva un vero corpus letterario che i Romani chiamarono “Disciplina etrusca”. Erano abili minatori e molto del loro sapere era attribuito alla terra. La leggenda narra che il dio Tàges, sotto le spoglie di neonato, era apparso tra le zolle del campo che il leggendario eroe Tarconte, stava arando. Il fanciullo spiegò i segreti della divinazione da cui il nome Disciplina Tagetica. E’ verosimile che le vie cave, seguano vere e proprie linee di forza e i luoghi del culto, oggi abbandonati e spesso irraggiungibili, fossero luoghi di alta energia. Come nel caso dei luoghi prescelti dagli stiliti, sarebbe interessante valutare il reale stato energetico delle vie cave.
Pozzi e Sorgenti
Analizzare la miriade di sorgenti ed acque alle quali nel tempo sono state attribuite proprietà particolari, è pressoché impossibile.
Vale la pena ricordare tutte le fonti termali di cui la nostra Italia è particolarmente ricca. E’ risaputo che ogni acqua ha effetto terapeutico per l’una o l’altra patologia, ma nessuno ha mai saputo dare una spiegazione scientifica del fenomeno. Sono dell’opinione che la ragione vada ricercata nell’ambito delle energie che l’acqua con la sua capacità chimica, ma anche con la sua memoria specifica è in grado di veicolare. Molti dei santuari edificati in epoca cristiana hanno inglobato pozzi o fontane ed ancor oggi all’acqua sono legati fenomeni denominati “miracoli”. Voglio qui ricordare il Pozzo di Santa Cristina in Sardegna. La vista dall’alto ne evidenzia una struttura esterna a “toppa” forse in assonanza con l’organo generatore della Dea Madre. Al centro del monumento una scalinata scende nel sottosuolo. Tutte le strutture murarie sono di pietra basaltica, facilmente reperibile ma di eccezionale durezza alla lavorazione. La costruzione risale al XII secolo avanti Cristo e da allora è stata sede di cerimonie liturgiche che hanno attraversato il tempo e la storia. E’ stata condotta una attenta analisi e sono stati diagrammati i livelli energetici che mutano man mano che si discende la scalinata, fino ad arrivare in contatto con l’acqua.
Seguendo quanto affermato da Mario Aresu e Lello Fadda, al primo gradino, sono state rilevate 2.000 Bovis. Il livello sale man mano che la discesa procede, fino ad arrivare a 7.800 Bovis al decimo gradino. Scendendo ancora si arriva al ventiquattresimo gradino con 34.000 Bovis e al contatto con l’acqua si raggiungono 410.000 Bovis. Questi livelli energetici fanno pensare che la discesa alle acque rappresentasse un vero e proprio cammino di iniziazione o comunque un percorso di scarico e ricarico di energie per chi scendeva al pozzo e si immergeva nelle sue acque. Fonti greche e latine riportano dell’usanza dei Sardi di recarsi presso i loro monumenti per i riti dell’incubazione. Si trattava di rituali di guarigione in cui, per cinque giorni e cinque notti una persona soggiornava o addirittura dormiva in queste aree ad alta energia.
Pianta e sezione del pozzo di Sa Testa, per gentile concessione della cooperativa archeologica “Iolao” Un altro pozzo sacro in ottimo stato di conservazione e facilmente accessibile è quello di “Sa Testa” nei pressi di Olbia. A differenza del pozzo di Santa Cristina la struttura è realizzata interamente in granito e scisto, materiali lapidei di cui la zona è ricchissima. Il monumento si sviluppa sull’asse NNO-SSE con una lunghezza complessiva di 17.50 metri. La Tholos, la copertura del pozzo vera e propria, è andata perduta e oggi è visibile soltanto la base circolare. Nel monumento si riconoscono un cortile circolare e un vestibolo a forma di trapezio. Si giunge così alla scalinata e particolare interessante, il primo gradino di accesso è in realtà una canalina con funzione di valvola troppo-pieno, che consentiva la fuoriuscita dell’acqua in eccesso in periodi di massima abbondanza. Il cortile infatti è in pendenza verso l’esterno e il pavimento presenta al centro una condotta realizzata interamente in pietra, che serviva a far defluire l’acqua all’esterno, in modo da non impedire o disturbare lo svolgimento dei rituali, anche con la massima capienza idrica. Il pozzo ha 17 scalini 9 dei quali attualmente sommersi. L’accesso al pozzo, si noti all’altezza del primo gradino la canalina troppo-pieno, unica pietra basaltica del complesso. La discesa fino alla soglia finale è impossibile. Al momento della mia visita, un grosso serpente si muoveva pigro sugli scalini per poi sparire in un anfratto. Molti di questi rettili trovano riparo fra le umide pietre del pozzo e probabilmente da sempre sono da considerarsi i veri guardiani del luogo. Verosimilmente il pozzo di Sa Testa è più antico di quello di Santa Cristina, lo si fa risalire infatti al XVI secolo avanti Cristo. Pozzi analoghi sono numerosissimi in Sardegna almeno 50, alcuni come il pozzo Milis a Golfo Aranci in pessime e degradate condizioni. Esistono pozzi e sorgenti eneolitici anche nel resto d’Italia e d’Europa. Sicuramente però o se ne è persa traccia o sono stati inglobati e snaturati da costruzioni posteriori. Il cortile e l’accesso al pozzo, si noti la canalizzazione centrale in parte deteriorata. Cito solo per cronaca il pozzo druidico di Chartres posto 37 metri sotto la superficie del pavimento e ormai sacrificato alla splendida cattedrale gotica. Sarebbe interessante riuscire a scorgerne altri.
Piramidi
Molto forse troppo si è detto e scritto intorno alle piramidi. Ancora pochi o relegati al mondo del paranormale, sono i contributi che affrontano l’argomento da un punto di vista energetico. Mi piace ricordare che tre grandi personaggi della storia, che non esiterei a definire “iniziati” decisero di dormire, (vedi sopra riti di incubazione), nella grande piramide di Cheope. Se Alessandro Magno, Giulio Cesare e Napoleone Bonaparte, fecero tanta strada e condussero perigliose campagne militari, allo scopo di sperimentare in prima persona le proprietà energetiche della piramide, un motivo ci sarà stato di certo. La grande piramide è dunque la più studiata, grande interesse destano le sue dimensioni, gli allineamenti rispetto alle costellazioni, il ripetersi nelle sue proporzioni delle più importanti costanti matematiche. E’ definita di Cheope o Khufu in modo erroneo, giacché la stele scoperta da Auguste Mariette e attualmente conservata al museo del Cairo riporta che ” Khufu pensò al restauro del tempio di Iside -Signora della Piramide-, situato vicino alla Sfinge”. Ma la piramide è prima di tutto una macchina energetica capace di convogliare e amplificare le energie, e del resto l’origine del suo nome ( pyr = fuoco ) traducibile come “fuoco nel mezzo” lascia pochi dubbi. Nel 1930 monsieur Bovis notò che gli animali rinvenuti morti al suo interno, non erano putrefatti, ma mummificati. Il filosofo Paul Brunton ottenne dal Cairo l’autorizzazione a trascorrere una notte nella camera del Re, e stilò un dettagliato resoconto dell’incredibile esperienza. Successivamente grazie agli studi di Verne Cameron e Karl Drbal, si arrivò alla conclusione che le strutture geometriche a forma piramidale sono generatori di energia e che la massima espressione di questa energia si ha ad un’altezza pari a circa un terzodell’altezza totale. In tale posizione nella piramide di Cheope, è collocata la Camera dei Re, più che una tomba, un luogo di cultuale e di guarigione. Relativamente alle piramidi sono stati osservati due fenomeni particolari:
- L’energia viene concentrata e convogliata intorno all’asse verticale che passa attraverso l’apice della piramide,
- L’energia esce dalla sommità della piramide in una forma a spirale.
Sono stati osservati molti fenomeni importanti utilizzando modelli fatti di pietra, legno, carta, plastica. Ponendo un alimento all’interno della piramide, ad un’altezza di circa un terzo del totale, l’alimento si disidraterà e se mantenuto a lungo verrà mummificato. Il latte non va incontro a degradazione ma si trasforma in formaggio senza alcuni additivi. I semi sottoposti a tale trattamento germinano più rapidamente e sono più sani di quelli comunemente trattati. Potendo usufruire di grandi modelli dove un uomo può sedersi, si sono riscontrati benefici rispetto a patologie in atto.
Matematicamente, le piramidi sono proiezioni degli emisferi terrestri e la piramide di Cheope è in perfetta armonia con le dimensioni del creato. Come è noto, i monumenti più conosciuti aventi una struttura piramidale sono in Egitto e Mexico, ma è doveroso ricordare oltre agli Ziggurat babilonesi, anche tutti i tempi disseminati in estremo oriente che se proprio non presentano una struttura piramidale canonica, hanno diverse caratteristiche in comune e spesso sono sovrastati da pinnacoli altissimi aventi verosimilmente le stesse funzioni attribuite ad un menhir. Contrariamente a quanto si pensa, le piramidi sono diffusissime in tutto il mondo. Si hanno testimonianze in Ucraina, in Brasile e Perù, in Mauritania, Mozambico e Namibia, ma anche in Australia e grande interesse destano le piramidi sommerse al largo dell’Isola di Pasqua e delle Bermude. Anche l’Italia ha le sue piramidi, a Montevecchia in Lombardia, in Sicilia nei pressi di Enna ed in Sardegna, a Monte d’Accoddi.
Templi “Pagani”
Quando si parla luoghi d’energia, forse viziati da una certa moda o tendenza, la mente corre immediatamente alle popolazioni celtiche, bretoni o egizie e compiendo un salto epocale enorme, si approda come d’incanto, alle cattedrali gotiche. Tanto per fare un esempio, si urla ormai dappertutto la cattedrale di Chartres fu costruita ove anticamente, sorgeva un pozzo druidico. E’ solo un esempio e ne potrei citare altri, ma quello che mi preme ricordare, sia pur brevemente, è che fra i Celti e gli architetti medievali, vissero, pregarono edificarono, i Greci e i Romani. Oggi tali culture sono relegate al pari dei Goti o degli Alani, fra le culture pagane, per la sola colpa di essere vissute con splendore, prima della predicazione di Cristo. Le due grandi civiltà classiche ci hanno tramandato divinità proprie legate indissolubilmente ai boschi e alla terra, ma hanno anche teso un ponte tra l’oriente e l’occidente, introducendo in Europa alcuni culti di cui ancora si celebrano i misteri come quello zoroastriano, o quelli legati alla grande madre. A partire dal III sec. a.C., il culto della dea egizia Iside, ebbe un ruolo di particolare importanza. Venne adorata sotto le sembianze di tenera madre del dio Horo fanciullo (Iside Lactans ), ma anche in associazione a molte divinità del pantheon romano, quali Iside-Fortuna, Iside-Faria e Iside-Demetra. Proprio quest’ultima associazione è particolarmente importante, dato che Iside-Demetra fu invocata dai romani come Cerere-Demetra, dea dei boschi e dei campi. In tutte le province romane il culto di Iside lasciò nei luoghi deputati alla sua adorazione, vestigia e testimonianze, che con la cristianizzazione furono assimilate o modificate. In Francia, un piccolo villaggio sorse nelle vicinanze di un luogo dedicato a Iside. Per indicare il piccolo paese, si cominciò ad identificarlo come “par Isis”, ovvero, vicino ad Iside. Questo toponimo attraversando i secoli e sopravvivendo nella cultura celtica, al latino Lutetia, divenne Paris, attuale capitale Francese.
Chiese e Cattedrali
L’avvento del cristianesimo, innestato quasi a forza in un tessuto sociale fortemente politeista, portò anche frutti amari. I luoghi che da millenni venivano frequentati per le loro caratteristiche energetiche e talvolta terapeutiche, furono piano piano assimilati ad una religione che ne snaturò quasi per intero le connotazioni iniziali. Inoltre ciò che era patrimonio culturale di molti, divenne in modo ancor più marcato che in passato, appannaggio di una classe sacerdotale che nei secoli conquistò un potere temporale mai raggiunto prima. Nel tentativo di demonizzare tutto ciò che poteva costituire un legame col passato, anche le conoscenze profonde delle energie finirono al bando e fu solo grazie ad una nuova categoria di persone che furono preservate e non scomparvero per sempre. La capacità di riconoscere un luogo d’energia passò piano piano dalle classi sacerdotali, alle varie compagnie di architetti e costruttori, che fin dall’alto medio evo tentarono di recuperare e praticare le antiche conoscenze. Lo stile Romanico segnò indiscutibilmente i primi secoli del medioevo per poi lasciare spazio al Gotico. Trascurando considerazioni di natura artistica e stilistica, punterei l’attenzione su una differenza sostanziale nella progettazione ed esecuzione degli alzati. Lo stile romanico contraddistinto da mura perimetrali spesse e con fenestrature limitate, si avvaleva di coperture semplici ” a botte ” sfruttando le capacità statiche dell’arco a tutto sesto. Con l’introduzione dell’arco a sesto acuto e l’alleggerimento delle strutture portanti, anche le volte assunsero forme diverse e prevalsero crociere più o meno complicate. Con il passaggio al gotico altri elementi arricchirono la chiesa, da un punto di vista statico ed estetico. Entrarono in gioco soprattutto in Francia le grosse torri poste in facciata, talvolta speculari, altre diverse anche nelle dimensioni.
Ebbene tali modifiche apparentemente soltanto architettoniche, sono state introdotte per perfezionare la circolazione e la distribuzione delle energie cosmotelluriche. E’ infatti intuibile che strutture con cuspidi e archi acuti, prevalenti nel gotico, hanno la capacità di veicolare verso l’alto in modo preciso e raffinato le energie che una struttura a tutto sesto irradia e quindi disperde in modo omogeneo forse, ma più casuale. Basta ricordare i rudimenti di fisica a riguardo della localizzazione delle cariche, elettriche che prediligono strutture acuminate anziché superfici regolari. Le possenti torri poste in facciata, alla stregua dei menhir, fungevano e fungono ancora da potenti antenne ricetrasmittenti. L’evoluzione dello stile dunque, mediata da influssi orientali a seguito dei contatti commerciali con l’Islam ha indotto una variazione delle tecniche di costruzione, volte al perfezionamento delle chiese in funzione della ricezione e distribuzione delle energie.
Un’altro elemento di cui tener conto è la presenza costante sotto le chiese, dell’acqua. Senza acqua non c’è vita, è risaputo, ma senza acqua non c’è energia e neanche trasferimento di informazioni. Le discipline accademiche che si occupano di storia dell’arte e archeologia, non hanno ancora assimilato questo concetto. Eppure giorno dopo giorno si aprono nuovi scavi ed emergono nuove evidenze.
Effetti dell’evangelizzazione a Mans, nella pietra è scritta la storia dell’uomo, il menhir è ormai una parte della chiesa romanica del 1065.
I costruttori medievali, conoscevano il potere dell’acqua e la presenza di tale elemento era fondamentale per determinare in quale punto dovesse sorgere una chiesa. Esistono importanti lavori che hanno evidenziato ciò che i radioestesisti vanno dicendo da tempo. Sotto i pavimenti e i sagrati delle chiese medievali, scorrono in modo ordinato, spesso artificialmente predeterminato, vie d’acqua che veicolano energie cosmotelluriche e fanno si che la chiesa sia un luogo di culto ma al tempo stesso una macchina energetica. Non solo l’acqua, ma anche l’orientamento della costruzione, le dimensioni e le proporzioni, contribuiscono ad armonizzare il luogo d’energia. Molte chiese romaniche soprattutto in Francia non rispettano gli allineamenti equinoziali o soltiziali, ma l’asse longitudinale è orientato a 77° rispetto al Nord. Questo allineamento apparentemente indecifrabile, è in realtà fuori asse Est – Ovest di 23° ovvero l’inclinazione dell’asse della terra.
Tale allineamento chiamato “Onda d’Iside” conferisce alla chiesa un alto valore energetico. Anche la misura di base utilizzata per progettare e costruire una chiesa, era spesso in relazione alle caratteristiche del luogo. Si utilizzava di solito il metodo della Coudèe, che armonizzava le coordinate equinoziali e la latitudine, che contrariamente a quanto si possa pensare era un concetto ben chiaro e documentato. Subentravano poi i rapporti armonici e numerici che dettavano le regole per lo sviluppo degli spazi e degli alzati. Enorme attenzione era dunque prestata alle caratteristiche energetiche del luogo, verosimilmente già conosciute ed evidenziate dai predecessori, mediante un menhir o un dolmen.
Osservando la planimetria della chiesa di Grandson, notiamo in rosso il reticolo di Hartmann, in verde la Rete di Curry, in azzurro due vie d’acqua subaerea. Puntando lo sguardo in prossimità dell’ingresso, notiamo che la rete di Curry è doppia e si sovrappone alla linea H. che segue l’asse longitudinale. Tale effetto è dovuto a due colonne di granito a destra contrapposte a due colonne di marmo a sinistra e nessuna delle quattro risulta essere portante. La zona d’ingresso dunque risulta essere altamente negativa. Proseguendo in avanti incontriamo dunque il primo corso d’acqua, in gergo “il Giordano”. Divide idealmente in due la chiesa, oltrepassarlo consapevolmente, vincendo le iniziali forze negative, veicolerà l’uomo verso livelli energetici più elevati. Percorrendo così il cammino dall’ingresso, verso l’altare, l’uomo si trova ad attraversare una zona in cui cede le sue residue energie, attraversa il Giordano e poi procede verso un cammino di ricarica energetica e dunque spirituale. Questo iter è in accordo con il concetto di morte e rinascita ad opera del divino. Misure in scala Bovis infatti vanno da valori al di sotto dei 4.000 all’ingresso, per arrivare a 30.000 nei pressi dell’altare, energia ad alto livello raggiunta grazie al contributo del secondo corso d’acqua che scorre in senso contrario al primo.
Puntiamo lo sguardo ora sulla cattedrale di San Nicolas a Friburgo. Sorge su uno sperone di roccia che si eleva su 3 falesie di calcare. Il cantiere fu inaugurato nel 1283 e i lavori terminarono nel 1512 con l’edificazione della torre in stile “gotico fiammeggiante”.
Il luogo di costruzione si trova all’incrocio di due potenti correnti telluriche (in rosa nella planimetria) , la principale che passa anche sotto le abbazie di Maigrauge e d’Hauterive per poi proseguire verso Losanna e l’altra proveniente da Avenches, capitale politica e religiosa della Svizzera romana.
Le due correnti si incrociano sotto il coro e uno splendido Drago in bassorilievo, orna uno dei pilastri di sostegno della volta. Come è noto i Draghi simbolizzavano nella cultura druidica le energie sottili della terra. Oltre al coro ci sono altri punti ad alta energia, in particolare di fronte ad un dipinto della Crocifissione e sotto una statua della Deposizione, si ritrovano linee cosmotelluriche anche se di intensità inferiore. Come evidenziato dalla planimetria, si rilevano tre corsi d’acqua ed il fonte battesimale, posto in una posizione non abitualmente rinvenuta, è proprio sulla perpendicolare di uno di essi. Secondo alcuni studi la presenza dell’acqua decuplica la capacità di percezione “extrasensoriale”.
Osservando la planimetria sulla quale sono riportate in dettaglio le reti geomagnetiche, notiamo che le due grosse correnti telluriche, sono come per magia demoltiplicate e frazionate all’interno della chiesa.
Quando si pone in essere un tempio, le linee di Hartmann si deformano e si “impacchettano” all’esterno dei muri perimetrali. All’esterno delle piramidi sono state contate fino a 13 linee addensate, per le chiese invece solitamente ne vengono riscontrate 7, anche se Blanche Merz sostiene che il numero varia con l’importanza e dunque l’energia del luogo. All’esterno della chiesa dunque, si ha dunque un addensamento e ciò determina un campo di energia negativa talmente alto, da indurre il credente a rimanere all’esterno. Varcare la soglia impone una precisa volontà che supera la repulsione iniziale del luogo. Lo spazio interno che viene delimitato, è un luogo sgombro da linee, almeno inizialmente. L’utilizzo di materiali diversi, la posa di pilastri e di tutti gli impianti architettonici che i costruttori, hanno posto consapevoli del loro operato, richiamano e ridistribuiscono le linee d’energia. A dodici metri di distanza dall’ingresso di San Nicolas, il reticolo di Hartmann si modifica e assume la struttura di due grossi fusi incrociati. Al punto di intersezione si rileva la presenza del quadrato magico, che non ha riscontro fisico, nel senso che non ci sono pietre disposte in modo particolare o un elemento che lo faccia individuare. Questo quadrato è un luogo ideale, evidenziato dalla rilevazione delle correnti cosmotelluriche e indugiando a camminare sulle pietre del selciato, si avverte il richiamo della cattedrale, salvo poi soffermarsi all’ingresso e avvertire tutto il peso della responsabilità, entrare o non entrare? E ora, un pò di geometria. Nel nartece si rileva la presenza di tre pietre di granito, inserite in una pavimentazione di arenaria. Due di esse sono accoppiate e misurano 29.5 x 80.3 cm. ciascuna. La misura del lato corto è immediatamente associabile al piede romano e ritma la divisione di molti spazi. Per esempio la base del piedistallo delle piccole colonne del nartece misura 29.5 cm per lato e il rapporto tra il diametro delle colonne e il lato della base, è legato al numero aureo. La misura di 80.3 cm rappresenta la Coudèe locale, calcolata, o per meglio dire, empiricamente rilevata alla latitudine di Friburgo, all’epoca della costruzione. La terza pietra misura 29.5 x 55.74 cm e la diagonale di tale rettangolo misura 63.069 cm, misura che corrisponde al cubito reale di Gerusalemme ed è anche un milionesimo della misura del raggio terrestre. Tra una colonna e l’altra della navata, intercorre esattamente 12 volte, il cubito sacro. Queste piccole osservazioni geometriche inducono due riflessioni : prima cosa, il legame culturale tra gli architetti medievali e gli antichi costruttori era molto saldo, secondo, che la cattedrale, come molte altre costruzioni religiose, è in armonia con il creato, di cui riproduce come multipli, le misure naturali.
L’armonizzazione delle misure della costruzione, e la sapiente collocazione di colonne e strutture, fanno della cattedrale una perfetta macchina energetica. Sulla scorta delle misurazione in scala Bovis, delle zone ad alta e bassa energia, è stato teorizzato un percorso ideale da compiere dai fedeli in un tempo di 15 minuti. Mi preme ricordare che la deambulazione era pratica comune all’interno delle chiese nel medioevo. Infatti oltre ai momenti liturgici, la chiesa era teatro di vita quotidiana e dell’amministrazione della giustizia. Sottoponendo 40 persone ad un test, che prevedeva la deambulazione all’interno della chiesa, secondo un percorso stabilito, è stato possibile rilevare che la loro energia alla fine del percorso, era quadruplicata e dimezzava lentamente nell’arco di dodici ore. E’ chiaro dunque, che tutti i luoghi d’energia hanno esercitato da sempre sull’uomo, un effetto benefico se non terapeutico.
La Moschea
Innanzi tutto l’avvento dell’Islam non comportò la distruzione degli edifici sacri preesistenti, anzi tutte le chiese di matrice egizio-siriaca rimasero intatte. In molti casi, le chiese furono modificate ed adattate al culto musulmano. E’ il caso della grande Moschea Ommayyde in Siria. Sorge nel luogo ove nel XI secolo a.C. gli Aramei eressero un tempio al dio Hadad. Con la romanizzazione ci fu la trasformazione del tempio e fu dedicato a Giove e in seguito fu eretta la grande basilica di San Giovanni Battista. Quando nel 636 i musulmani entrarono in Damasco lasciarono ai cristiani l’uso parziale della chiesa e una parte fu adibita a moschea. A testimonianza di ciò, è ancora consentito ai cristiani entrare nella moschea e venerare presso la cappella ( n° 18 nella planimetria ) i resti della testa decollata del Battista, oppure pregare, sia pure in silenzio. Questa intesa durò fino al 705 quando il califfo Al-Walid decise di erigere la più grande moschea mai vista. La struttura fu ampliata, dotata di un cortile, le acque subaeree furono regimentate e convogliate alla grande fontana (cerchietto n° 6). L’insieme moschea-cortile, forma un rettangolo di 155 x 96 metri, dimensioni in rapporto aureo perfetto. La presenza dell’acqua è elemento comune a chiese e moschee. Considerando le condizioni climatiche del medio oriente, l’acqua acquista una plusvalenza. Un luogo ove fosse presente l’acqua, oltre ad avere i connotati energetici, diveniva automaticamente un luogo di potere, un luogo ambito anche per il valore materiale dell’acqua.
Possedere un pozzo è ancora oggi considerata una ricchezza. Mi preme sottolineare che tutte le moschee hanno al loro esterno un pozzo ove attingere acqua indispensabile per le abluzioni. Ultimo elemento, se le cattedrali gotiche hanno imponenti torri, le moschee hanno snelli Minareti. La grande moschea di Damasco, ne ha addirittura due, uno a metà del lato Nord, ( n° 2 nella planimetria ) il Minareto della Sposa e l’altro all’angolo sud orientale (n° 20 nella planimetria ) il Minareto di Gesù. Secondo la tradizione musulmana infatti, nel giorno del giudizio universale Gesù tornerà in terra e apparirà sul minareto. Un luogo d’energia importante direi, capace di unire nel giudizio finale due religioni così lontane……..
Concludendo
Tornando alle nostre chiese cristiane, aguzzando la vista, noteremo che molte hanno all’esterno un pozzo, di solito posto lateralmente. Addirittura secondo la regola di San Bernardo, tutti i conventi venivano edificati seguendo precise disposizioni e il pozzo, di solito collocato al centro del chiostro e quindi a fianco della chiesa, era un elemento fondamentale.
Gli esempi di Friburgo e Grandson, non sono che uno spiraglio in un mondo di luce che ancora dobbiamo scoprire.
Probabilmente sarà necessario spogliarsi del nostro abitus di uomini moderni rinunciando un pò alla nostra estrema ratio, ma passo dopo passo potremo riappropiarci di molte cose che, sordi e ciechi, al momento, non riusciamo a cogliere.
L’acqua
Oggigiorno siamo abituati alla presenza dell’acqua nelle nostre case, apriamo il rubinetto ed è scontato che essa esca. Non era certo così agli inizi del secolo scorso e figuriamoci nei secoli passati. La ricerca dell’acqua, bene prezioso, è sempre stata deputata a persone con sensibilità particolari, che dotate di semplici strumenti, riuscivano a “sentirne” la presenza. Anche ai nostri giorni, nonostante non sia più necessario, almeno alle nostre latitudini, ricercare l’acqua, ci sono persone che per svariati motivi, curano ed incrementano le antiche conoscenze. Una studiosa di fama mondiale è senza dubbio Bianca Merz. La studiosa francese in un intervista racconta come si rese conto di avere particolare affinità con le energie sottili. Seguendo il lavoro del marito impiegato come consulente idrogeologico a Losanna, gli indicava in modo istintivo dove scavare per reperire vie d’acqua. Un periodo di apprendimento nel deserto della Mauritania, affinò le sue capacità nei confronti dell’acqua.
“E’ come possedere uno speciale senso dell’olfatto” racconta, “un senso che l’uomo moderno ha perduto ma che con calma, studio e soprattutto senza pregiudizi, può tranquillamente recuperare”.
Caratteristiche
L’acqua, chimicamente H2O, è una molecola stabile anche se sottoposta a sollecitazioni di natura termica. Se l’energia cinetica non altera la struttura molecolare dell’acqua, ma soltanto il suo stato fisico, può condizionarne la memoria, e comunque la natura del legame può essere influenzata da molti altri fattori. L’acqua è un “Dipolo”, ossia ha una struttura in cui si può evidenziare una zona a carica negativa (l’Ossigeno ) ed una positiva ( l’Idrogeno ). Tale peculiarità è dovuta alla natura dell’unione tra Idrogeno e Ossigeno e alla struttura e al livello energetico degli orbitali su cui ruotano gli elettroni di legame. Al di là di disquisizioni teoriche, la distribuzione delle cariche, il rapporto con altri elementi o molecole che in essa si disciolgono o si ionizzano, conferiscono all’acqua peculiarità uniche, anche dal punto di vista energetico. L’acqua, fuori dai contenitori libera da forze di adesione di natura elettrostatica, assume forma propria. La conducibilità elettrica dell’acqua non deionizzata è elevata e la sua interazione con substrati di natura e carica diversi, produce effetti interessanti. Le correnti d’acqua circolanti nel sottosuolo, dotate di proprietà elettrochimiche, scorrendo attraverso le sabbie, le ghiaie ed altre faglie terrestri generano una corrente elettrica misurabile sulla superficie del suolo. La differenza di potenziale responsabile della produzione di corrente, è generata dalla bipolarità esistente tra il letto di scorrimento delle acque, che assume una carica negativa, e l’acqua stessa che invece assume una carica positiva. Queste particelle elettriche positive si spostano normalmente a velocità lentissime, dieci metri al giorno, e provocano correnti misurabili dell’ordine dei millivolt. Ma nel caso di velocità elevate, esse provocano una liberazione di energia che determina un campo di induzione elettromagnetica tale da influenzare il campo di microonde sulla superficie del terreno, perturbando l’irraggiamento tellurico.
Influsso
Si evidenzia, quindi, che sui corsi d’acqua sotterranei e nei loro dintorni hanno luogo perturbazioni energetiche generalmente dannose per gli esseri viventi. Dormire o soggiornare inconsciamente sopra una via d’acqua sotterranea, può alterare molti dei nostri ritmi metabolici. Alcuni studi evidenziano che si possono ridurre fino ad un terzo le difese immunitarie. D’altro canto però sotto i templi sono state prodotte scanalature artificiali, famose ormai quelle di Chartres e Santiago di Compostela. L’effetto dell’acqua che circola sotto il suolo delle cattedrali contribuisce invece a creare un effetto benefico o terapeutico per l’organismo. La spiegazione non è certamente semplice. Gli edifici cultuali sono sempre stati edificati in luoghi particolarmente connotati da energie cosmotelluriche. Dai menhir, che collocati a terra, attiravano a se le energie cosmiche, fino a riequilibrare la salubrità del luogo, si è arrivati via via alle cattedrali , che con le loro strutture, hanno non solo riequilibrato il tasso vibrazionale, ma anzi, lo hanno elevato. I costruttori di templi di ogni epoca, hanno costantemente affinato le loro tecniche fino al punto di manipolare, indirizzare e veicolare le energie in punti prestabiliti. Anche le energie veicolate dall’acqua, contribuiscono dunque a innalzare l’energia di un luogo.
Memoria
L’Acqua ha però anche altre proprietà, è dotata di memoria. In virtù della sua distribuzione sterica, le sue molecole possono assumere varie forme che concorrono alla costruzione di strutture diverse di volta in volta. Analizzando due fiocchi di neve al microscopio, risultano diversi l’uno dall’altro, e inoltre sciogliendoli separatamente facendoli gelare nuovamente, si riottengono gli stessi identici fiocchi di partenza con peculiarità differenti.
Di più, Jacques Benveniste fra molti esperimenti, eseguì anche questo, riproducibile facilmente anche in casa. Mise un pentolino di acqua sul fuoco e la fece bollire, indi la ripose con il recipiente nel frizer assieme ad un altro recipiente di acqua fredda. Ebbene l’acqua calda congela più in fretta di quella fredda! Il motivo è che le strutture che collegano le molecole d’acqua con ponti a idrogeno, subiscono una serie di cambiamenti nei passaggi di stato dei quali rimane traccia nell’acqua in virtù di fenomeni di “isteresi” (fenomeno per il quale l’induzione dipende anche dalle vicende elettriche o magnetiche precedenti). In altre parole l’acqua ricorda (quindi memorizza) il percorso energetico ed entropico (l’entropia da il grado di disordine e di disorganizzazione delle molecole e indica la tendenza dei sistemi a evolvere verso il caos ) dovuto al cambiamento di temperatura che ha subito nella fase di riscaldamento e durante il processo di congelamento, lo ripercorre in senso inverso e con maggiore velocità. “Ricorda”, cioè, tutto il “percorso” effettuato precedentemente. Provare per credere! Si potrebbero citare molti esempi, ma uno per tutti forse rende giustizia alla sensibilità dell’acqua. Quando spesso incuranti dello spreco togliamo il tappo al lavandino o alla vasca, l’acqua defluisce nello scarico, dando vita ad una spirale vorticosa destrorsa. Se ci rechiamo nell’emisfero australe e compiamo la stessa identica operazione, noteremo che la spirale sarà sinistrorsa. Effetto della rotazione, del campo gravitazionale, certo, ma l’acqua lo avverte e magari noi umani, no.
Ogni molecola d’acqua possiede un’identità geometrica originale ed inconfondibile, che la rende unica fra miliardi di miliardi di altre simili. L’acqua porta con se anche l’impronta dell’elemento con il quale è entrata in contatto e lo fissa geometricamente nella sua memoria. L’acqua usata per lavare le cisterne delle navi che trasportano materiale radioattivo, l’acqua che viene usata per lavare il sangue dei macelli, l’acqua che lava un terreno impestato di antiparassitari, anche se evapora e si condensa trasformandosi in pioggia a migliaia di chilometri più in là, conserva ancora la sua memoria di violenza subita. Il famoso scienziato giapponese Masaru Emoto ha portato avanti nell’ultimo decennio, degli esperimenti davvero significativi eseguiti con l ’acqua. Ha rivolto all’acqua parole di diverso significato o le ha fatto “ascoltare” musiche diverse. Ha scattato poi una sequenza di fotografie della stessa acqua alla temperatura di 5°C sotto zero. L’acqua investita dalla frase “mi fai star male” o che aveva ascoltato musica Heavy Metal assumeva una struttura caotica simile ad un tumore, mentre l’acqua che aveva ricevuto la parola “amore”o aveva ascoltato una sinfonia, presentava caratteristiche geometriche perfette, come quelle di un cristallo. Allo stesso modo la parola “Adolf Hitler” trasformava le molecole fino a farle assumere la forma di un bubbone della peste, all’incontrario delle molecole esposta al messaggio “Maria Teresa di Calcutta”, che formavano un piccolo fiore a sei punte. Esistono altri studi sulle proprietà dell’acqua come quello del Dottor Bernard Grad. Dimostrò che facendo tenere in mano a pazienti affetti da gravi sindrome depressive, alcuni contenitori d’acqua, con la quale annaffiava poi colture di sementi d’orzo, quest’acqua ne ritardava la crescita in confronto ai campioni di controllo. Ma andiamo oltre. L’apparecchio televisivo presenta diversi tipi di nocività, sia per l’inquinamento sottile che esso emette (radiazioni alfa, beta e gamma), sia per i contenuti degli spettacoli che spesso trasmette. Jean Pagot, nel suo libro, cita un test sorprendente per il suo alto livello dimostrativo. Davanti allo schermo della TV viene posta una bottiglia piena d’acqua mentre viene trasmesso uno spettacolo dove compaiono sangue, sesso, stupro, violenza … Se quest’acqua viene bevuta da una persona alla sera, essa avrà incubi violenti e resterà turbata psichicamente per parecchi giorni. Di essere soggetti a questo tipo di influenza i telespettatori non lo immaginano neppure.
Frequenze
Sono stati eseguiti molti studi anche sulle acqua provenienti da fonti sacre. Fra le varie informazioni che l’acqua veicola, c’è anche quella relativa alle frequenze che emette. Queste variano da 2.5 a 160 Herz e sono definite secondo i parametri dell’auricolomedicina, con le lettere dell’alfabeto, dalla A alla G.
Le comuni acque di solito emettono frequenze relative ad una delle sette classi, ma l’analisi delle acque prelevate da sorgenti in prossimità dei santuari dedicati a Nostra Signora, emettono frequenze multiple e l’acqua di Lourdes le emette tutte contemporaneamente. Ciò che conferisce ad un acqua proprietà terapeutiche particolari, è la capacità di emettere frequenze di tutta la gamma. Per capire meglio occorre riflettere sul fatto che il corpo umano è un insieme di organi e tessuti in perenne vibrazione. L’alterazione di questi livelli vibratori è alla base di tutte le patologie e l’acqua può ripristinare i livelli corretti. Come un musicista usando il diapason riaccorda il suo strumento, così l’acqua riaccorda il regime vibratorio di tutti o di alcuni organi.
Un pò di storia
Alfred Bovis (1871-1947), scoprì molto precocemente di avere attitudini molto particolari. Poteva porre una mano su una forma di formaggio o una botte di vino e diagnosticarne la bontà. In un primo tempo egli era in grado soltanto di specificare se essi erano buoni oppure no. Poi, utilizzando il suo ingegno e avvalendosi di esperienze nel campo della radioestesia, creò con l’ausilio del suo collega André Simonton, una specie di regolo con il quale riusciva anche a valutare il grado di bontà dei prodotti in esame.
Il Regolo
Questo regolo, chiamato “Biometro Bovis” consisteva in una scatola dalla quale si dipartiva una scala suddivisa in 100 parti e munita di cursore mobile. Il prodotto da valutare era posto in una piccola coppa localizzata sul cursore, e allineato al grado zero. La lettura del grado di validità veniva fatta facendo scorrere il cursore in modo che il campione di prodotto si avvicinasse alla scatola sempre di più. Quando il pendolo indicava di fermare il cursore era possibile leggere su una tacca della scatola il grado Bovis di validità del prodotto.
Monsieur Bovis affermava che era possibile misurare le radiazioni trasmesse da varie sostanze e soprattutto dal corpoumano. A questo scopo scoprì che si poteva collegare la coppa con un filo e toccare con questo la punta del pollice di una persona al fine di misurarne la vitalità fisica (normalmente fra i 6500 e 7000 gradi Bovis). Riusciva anche a farne una valutazione “psichica”, usando però il polpastrello del pollice. Se la persona non era disponibile la misura veniva fatta su una goccia del suo sangue.
La scala di Bovis
A distanza di circa 100 anni , non trovando gli studiosi un’unità di misura che mettesse tutti d’accordo, è ancora in uso e ormai entrata nel lessico comune, la scala di Bovis. L’energia del corpo umano se non non affetto da malattia, corrisponde a 6.500 Bovis. Misure al di sotto di questo valore, depongono per uno stato generale di squilibrio delle energie fino ad arrivare a vere e proprie patologie. Più bassa è l’energia del corpo più significativa è la malattia. Tutti i luoghi della terra, le persone, le cose o quello che mangiamo vengono classificati secondo il tasso vibrazionale. Se esso è al di sotto delle 6.500 unità Bovis si dice che toglie energia, se al di sopra che la porta. In natura normalmente non si trovano punti più energetici di 10.000 Bovis,ma vi sono zone universalmente conosciute che vanno ben oltre, la cattedrale di Chartres, il Tibet, l’India, l’Egitto (18.000). Valori al di sopra dei 6500 Bovis, si ritrovano in natura soprattutto in luoghi particolari, se pur riconducibili a culture diverse a latitudini diverse.Nelle chiese cristiane all’incrocio dei transetti, nelle moschee di fronte al Minbar, nei templi tibetani nel garbhagriha il livello di energia è stato misurato a 11.000-12.000 Bovis. La rotella tibetana di preghiera che contiene un mantra scritto su pergamena o sul tessuto, una volta girata, vibra da 12.000 a 16.000 Bovis. Per quanto concerne i luoghi, le letture inferiore a 6.500 sono l’effetto dei flussi sotterranei, difetti geologici e griglie magnetiche.
I Simboli
Per tentare di capire, confrontiamoci con il simbolo della svastica o satya, come è conosciuto in India. E’ una croce uncinata utilizzata da molte culture di matrice indoeuropea. Nella sua forma originaria, rappresenta probabilmente il moto solare che da sinistra va verso destra. Il valore in scala Bovis di tale simbolo è altissimo, ha un livello di energia positiva di 1.000.000 Bovis.
La svastica usata dai nazisti oltre ad essere inclinata a 45 gradi rispetto all’asse cardinale ha il prolungamento degli assi ortogonali, orientato al contrario e ha un livello terribilmente basso di energia, inferiore a 1.000 Bovis. Ci sono in natura minerali che hanno energie positive molto alte quali arenaria e marmo e altri che hanno energie altamente negative, diamanti, granito e quarzo. L’unico elemento naturale che è una fonte infinita di energia completamente positiva è fuoco.
La più piccola fiamma di qualunque tipo irradia energia infinita. Ma stranamente, un numero pari delle fiamme in una stanza stanza si annullano a vicenda. Un numero dispari di fiamme è usato in parecchie colture perché si complementano e generano un ambiente positivo altamente caricato. Sono molti gli studiosi che liberi da preconcetti o costrizioni accademiche si confrontano con questi temi. Lo studio delle energie definite “sottili” sta prendendo piede e si parla molto del ruolo che rivestono nell’esplicarsi dei complessi processi biochimici.
Cimatica
Cimatica dal greco Kima, “onda”, è la disciplina che studia i fenomeni legati alla diffusione delle onde sonore e alla loro interazione con la materia, organica e non.
Gli antichi Greci solevano dire che la geometria era “musica congelata”. Gli studiosi vedici dell’antica India e i filosofi della scuola di Pitagora consideravano tutte le forme fisiche come manifestazioni del suono. I mistici orientali hanno una visione dinamica dell’universo simile a quella della fisica moderna, e di conseguenza non sorprende che anch’essi abbiano usato l’immagine della danza per comunicare la loro intuizione della natura. Un bell’esempio di quest’immagine di ritmo e danza e’ fornito da Alexandra David-Neel nel suo libro Tibetan Journey, in cui descrive l’incontro con un Lama il quale alludendo a se stesso come a un “maestro del suono” le descrive con le seguenti parole la sua concezione della materia: “Tutte le cose sono aggregati di atomi che danzano e con i loro movimenti producono suoni. Quando il ritmo della danza cambia, cambia anche il suono prodotto. Ciascun atomo canta perennemente la sua canzone, e il suono, in ogni istante, crea forme dense e tenui.”
Musica e architettura sono entrambe i prodotti della proporzione nell’espressione numerica, entrambe fanno riferimento a rapporti comuni quali l’intervallo di quinta e la sesta maggiore che ha il suo corrispondente in termini visivi nella sezione aurea e sono presenti sia in natura che nel mondo creato dall’uomo, nella geometria, nella matematica e persino nel corpo umano. Nelle antiche tradizioni filosofiche e mistiche il suono è stato sempre considerato creatore di materia, ma le onde sonore presenti nell’aria sono rimaste invisibili ai nostri occhi fino a che non sono stati effettuati esperimenti miranti a mostrare il suono in termini di forme e figure tangibili.
Nel 1787, Ernst Chladni, giurista, musicista e fisico tedesco, contemporaneo di Mozart, pubblica “Entdeckungen über die Theorie des Klanges”, ovvero “Scoperte sulla teoria dei suoni”. In questo lavoro pionieristico Chladni getta le basi della futura scienza dell’acustica, la scienza del suono. In modo particolare Chladni si adoperò per rendere visibile ciò che veniva generato dalle onde acustiche. Questo fu possibile attraverso della sabbia che, al suono del violino, si conglomerava in diverse forme geometriche. Le differenti forme di aggregazione erano in dipendenza della natura dei granelli (polveri, pollini, cristalli) ma soprattutto dall’altezza della nota, ovvero dalla frequenza della radiazione. Questa fu la prima dimostrazione “scientifica” che indicava chiaramente come il suono interagisse con la materia. Gli studi di cimatica non ebbero ulteriori impulsi fino a che intorno al 1960 il medico, fisico e musicista tedesco Hans Jenny non riprese gli studi di Chladni e con sistemi moderni, fissò con immagini fotografiche il prodotto dei suoi esperimenti. Jenny, facendo vibrare diversi materiali ( acqua, olio, grafite, ecc…) osservò la comparsa delle forme con struttura tridimensionale che variano con il variare delle frequenze e della loro intensità e dimostrò che le vibrazioni producono forme geometriche, sfere, cristalli ed anche spirali simili a galassie. Un altro esperimento significativo fu condotto emettendo vocali o suoni di sillabe in antico Sanscrito o Ebreo arcaico. Mediante il tonoscopio questi suoni hanno indotto le polveri in esame a riorganizzarsi formando proprio la lettera corrispondente al suono pronunciato. Analogo esperimento con le lingue moderne, non ha prodotto alcun risultato. Jenny durante i sui esperimenti ha più volte inclinato le lamine del tonoscopio ma durante l’emissione dei suoni, ne le polveri ne i liquidi sono scivolati via, salvo cadere a terra
appena la vibrazione cessava. Sono state così gettate le premesse teoriche per spiegare i fenomeni antigravitazionali dovuti a vibrazione, fenomeni mediante i quali i monaci tibetani avrebbero la facoltà di sollevare massi con la sola emissione di suoni modulati. In un suo libro Jenny afferma che i fiori, le cellule, tutte le strutture visibili hanno una forma peculiare perché rispondono ad una stimolazione energetica, la voce della terra. Ogni figura dunque è semplicemente la forma visibile di una forza invisibile. Ogni forma contiene le informazioni sulle vibrazioni che l’hanno generata ed è ipotizzabile che le ritrasmetta su armoniche maggiori. Il massimo onore attribuibile ai due studiosi, è quello di aver reso visibile l’invisibile e di aver aperto un cammino su cui molti, ancora incerti, hanno preso a camminare. Vediamo quali passi sono stati compiuti.
Musicoterapia e Cimaticoterapia
Le proprietà curative del suono e della musica sono note sin dall’antichità. Le testimonianze lasciate da Pitagora e Platone in Grecia, la musica dell’arpa di Davide di cui si parla nella Bibbia e gli inni dei Veda in India sono una conferma dei poteri curativi del suono. In epoca moderna, gli effetti terapeutici del suono furono scoperti dalla medicina nel 1896: alcuni generi musicali stimolavano la circolazione cerebrale e periferica, mentre altri influivano sulla lucidità mentale. Sono stati compiuti passi da gigante, e oggi parlare di musicoterapia non ha più un sapore segreto. Per esempio, dagli atti del V° Congresso Europeo di Endocrinologia, sappiamo che alcune giovani donne affette da amenorrea ipotalamica funzionale (mancanza di ciclo mestruale), da più di cinque anni, sono state sottoposte a quattro settimane di terapia musicale. Sono stati rilevati incrementi significativi nella produzione di FSH , LH e Estradiolo, ormoni deputati alla regolazione dei cicli mestruali. E’ stato infatti rivisto anche il rapporto tra musica e corpo umano e si è affermato il concetto che l’orecchio, sia pure il più importante, non è l’unico organo bersaglio delle frequenze. Esistono studi accurati che individuano nel Liquido Cefalorachidiano, uno dei recettori più importanti del corpo umano. Il liquor, è in grado di trasmettere al cervello i segnali delle onde armoniche inducendo così l’attivazione di importanti attività di sintesi. Parallelamente, alla musico terapia, si è sviluppata la cimaticoterapia.
La terapia cimatica a differenza di altre tecniche musicoterapeutiche, non viene somministrata attraverso i canali uditivi, ma direttamente attraverso la pelle. Si serve delle onde sonore che rientrano nella gamma uditiva per regolare il sistema ormonale e immunologico e creare così una condizione metabolica quasi ottimale per una determinata cellula o un determinato organo. Ogni oggetto, sia esso vivo o inanimato, possiede un suo campo elettromagnetico che, nel momento in cui interagisce con altri campi di questo tipo, produce reazioni opposte, complementari o neutre. Una risonanza equilibrata rappresenta la condizione di salute ottimale (per risonanza s’intende la frequenza a cui un oggetto è portato a vibrare naturalmente se un altro oggetto vibra alla stessa frequenza), mentre la malattia è dovuta a una situazione di squilibrio. La terapia cimatica si serve di uno strumento computerizzato per riportare l’organismo in una condizione di equilibrio tramite la trasmissione di frequenze risonanti.
Questi segnali passano attraverso i tessuti sani, ma ristabiliscono la giusta risonanza in quelli malati.
Tramite l’intercettazione dei messaggi elettrici inviati attraverso il sistema nervoso centrale alle singole cellule, questa ricerca ha permesso di decodificare i segnali cimatici percepibili dalle cellule.
Biochimica
Lo studioso cinese di Cimatica Chiang Kanzhen ha scoperto che le informazioni genetiche vengono trasmesse da bio-microonde, vale a dire da un campo bio-elettromagnetico che regola i legami del materiale genetico del DNA. Da vari esperimenti è risultato che adattando un determinato campo energetico a bio-microonde su un corpo ancora plasmabile come cellule vegetali o animali, esso assumerà la forma corrispondente al tipo di frequenza di questa energia. Quindi le bio-microonde sono alla base delle informazioni genetiche di combinazione del DNA e dello sviluppo cellulare. In altre parole, modificando la frequenza di vibrazione dei legami, è possibile ottenere strutture tridimensionale e biologicamente funzionali, diverse. E notizia recente pubblicata da Tecnology Research News, che è stato ottenuto in laboratorio un modello stabile di DNA a Ottaedro. Tale modello piano, se riscaldato in presenza di filamenti più corti di DNA, si organizza tridimensionalmente nello spazio, come poligono solido regolare.
Maestri liutai e musicisti
Percorrendo il cammino inverso a Chladni, i costruttori di strumenti a corda, quali violini o chitarre, ricorrono alle tecniche di attivazione della materia mediante onde sonore, per classificare i loro strumenti. Per quanto standardizzato il processo produttivo di tali strumenti è pur sempre manuale ed ogni prodotto è diverso dagli altri. Al fine di classificare con esattezza chitarre, mandolini, viole e quant’altro, sulla base della frequenza che la cassa armonica riuscirà a riprodurre nel migliore dei modi, si sottopongono i componenti delle casse, a prove di cimatica. Il risultato evidente nelle immagini, è quello di ottenere distribuzione delle polveri secondo schemi ottimali, riconducibili a frequenze note. Ma non solo i costruttori di strumenti, si occupano di cimatica. In un’intervista rilasciata a Serge Simonart (pubblicata da Musica! di Repubblica), afferma “quando faccio un disco è come se restassi “incinto”. Dopo dieci anni di gestazione ha pubblicato il suo ultimo album, “UP”. Peter Gabriel non è solo un musicista, ma anche un sapiente sperimentatore di tecnologie, la ricerca di nuovi suoni e la manipolazione di essi si ritrovano in questo disco fin dalla copertina. Lo stesso musicista inglese ha spiegato che da vent’anni è ossessionato dalla cimatica. Sulla copertina di Up appare il suo volto ingrandito, piuttosto indistinto, e poi riflesso in tante gocce d’acqua. Quelle gocce sono venute fuori da un tubicino cui era stato applicato un amplificatore, l’onda sonora ha preso corpo nell’acqua e in queste perle di acqua il volto di Peter Gabriel si specchia.
Architetti Medievali e non
Una Piramide
Partiamo da Jonn Reid, nel 1997 si recò in Egitto e ottenne il permesso di studiare l’acustica della grande piramide. Collocando un oscillatore e relativi diffusori nella Camera del Re, osservò il comportamento della sabbia cosparsa sul sarcofago di granito. Utilizzando frequenze diverse, ottenne figure diverse che fotografò e successivamente pose all’attenzione di un Egittologo. Nella maggior parte delle foto comparivano strutture assimilabili alla forma dei geroglifici. In poche parole, si posero le basi per postulare il principio secondo il quale, la rappresentazione grafica dei suoni, sia opera del suono stesso. Si può reperire l’intera storia nel libro di Jonn Reid, Egyptian Sonics, ma questo è solo un esempio per affermare che gli architetti di ogni epoca e latitudine, sapevano come armonizzare il luogo di culto al fine di utilizzare al meglio le varie forme di energia.
Una cappella del XII secolo
La cappella di Santa Caterina a Abbotsbury nel Dorset, fu edificata nel XII secolo. Sopravvissuta intatta alla follia di Enrico VIII (1509-1547) all’avvento della chiesa Anglicana, si erge ancora oggi all’apice di una collina che si affaccia sull’Atlantico. La forma della cappella è un pò inusuale, quasi una torre più alta che ampia e con mura spessissime, che a detta di esperti, celerebbero nel loro spessore enormi vasi vuoti di terracotta, con funzione di casse di risonanza. Reid portò con se a Santa Caterina, la sua apparecchiatura cimatica, 40 persone ed alcuni cantanti lirici. Fu fatta una mappatura della cappella, e fu tracciata una sorta di scacchiera. Le 40 persone furono disposte su punti precisi della griglia e fu consegnato loro un blocco notes e una penna. I cantanti iniziarono ad intonare note diverse e furono registrate contemporaneamente le forme che assumevano le polveri, e le emozioni suscitate nei 40. I cantanti si alternavano, e le persone venivano fatte ruotare nei vari punti del reticolo. L’esecuzione vocale dei cantanti di sesso maschile, non produsse grandi effetti. Fu prodotta allora con un oscillatore una frequenza prossima ai 125 Hz e le persone furono fatte deambulare nella chiesa. L’impressione di tutti fu che in alcuni punti si avvertisse quasi fisicamente la presenza di un’onda ( antinodi ), mentre in altri punti non si percepiva minimamente ( nodi ).
In altre parole si delineò all’interno della cappella una griglia tridimensionale ove le frequenze erano amplificate o depresse in una sorta di scacchiera. Forse gli ultimi due esperimenti sono i più significativi.
Furono prodotti suoni con una sorta di tamburo per un breve lasso di tempo. Una volta tornato il silenzio, lentamente ma in modo chiaro e inequivocabile, sulla lastra con la sabbia prese forma via via una cellula animale, con nucleo e organuli interni. Nel silenzio assoluto, la cellula fu delineata. Era la cappella, che cessata la produzione del suono, continuava ad emettere energia, energia prodotta da un edificio.
Furono poi intonati da cantanti di sesso femminile, i keening, canti in cui si ripete ossessivamente un motivo, sia per commemorare i defunti, sia per esprimere amore ad un matrimonio.
Ebbene molte delle persone, a secondo della loro collocazione nella cappella, scoppiarono in lacrime o ebbero reazioni simili, tanto era la potenza della vibrazione. Altre in zone diverse, non ebbero analoghe reazioni.
Un Battistero del XII secolo
Nel giugno del 2000 i ricercatori del LIM, Laboratorio di Informatica Musicale del C.N.R. hanno eseguito una serie di prove all’interno del Battistero di San Giovanni, uno dei quattro monumenti della Piazza del Duomo di Pisa. Il Battistero fu edificato a partire dal 1153 su progetto dell’architetto Diotisalvi. Ha misure imponenti, 37.5 metri di diametro alla base e 54 metri di altezza e la sezione aurea scandisce il ritmo degli spazi e degli alzati. Se la Torre Pendente è il più famoso dei quattro monumenti della piazza, il battistero è quello che lascia in chi lo visita le suggestioni maggiori. Al suo interno, ogni bisbiglio, ogni sussurro, viene amplificato e rimodulato in modo eccezionale. Questo per via delle sue dimensioni eccezionali e dell’uniformità delle superfici interne. In una prima fase dello studio, si è analizzata l’acustica della struttura, considerando l’immenso monumento per la prima volta nei tempi moderni, come un vero e proprio strumento musicale. Sono stati rilevate tutte le risonanze che l’edificio è in grado di produrre, se stimolato con frequenze diverse. I dati sono stati analizzati ed è stato formulato un algoritmo che attraverso il DAT, Digital Audio Tape, ha permesso una partitura “per Battistero”. Nella seconda fase sono stati collocati tra le colonne alcuni oscilloscopi e al momento prestabilito, si è iniziato il concerto. Attraverso l’imput di onde elettromagnetiche, il Battistero ha armonizzato e reso i suoni come un vero e proprio strumento. Sono stati eseguiti frammenti di Vincenzo Galilei, padre di Galileo, e sono stati tradotti in note i numeri della serie di Fibonacci. Contemporaneamente venivano proiettati su una parete, i diagrammi generati dalle frequenze emesse, diagrammi suggestivi e armoniosi. La matematica è stata dunque tradotta in musica e ancor prima era servita da paradigma per edificare il monumento.
Concludendo
Gli architetti di ogni tempo oltre a saper gestire le forze cosmotelluriche ed altre energie sottili, plasmavano le loro costruzioni alla stregua del liutaio. Le vibrazioni emesse all’interno dello “Strumento Tempio” avevano e avrebbero anche ora, la capacità di alterare i ritmi metabolici. E’ risaputo che gli infrasuoni alterano l’attività cerebrale.
Il suono dunque è sempre stato usato per creare o amplificare uno stato emotivo, talvolta per alterare addirittura lo stato mentale e mutare il livello di coscienza. Concludo considerando che noi siamo abitanti di un sistema “Solare” ottenuto dall’unione di tre note, Sol, La, Re e creato per mezzo di un suono: “In principio era il Verbo ed il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”.
Le Energie
La vita è energia ed obbedisce alle leggi universali di trasformazione, adattamento e trasmutazione, che non potranno mai essere valutate soltanto coi parametri della scienza accademica. E’ pur vero che la fisica più avanzata, indica che la materia altro non è che un momento di addensamento dell’energia. L’uomo moderno, vive immerso in un immenso campo energetico, risultante in natura, dagli scambi permanenti tra la terra ed il cosmo.
Ogni essere vivente è una macchina energetica, un ricevitore, un condensatore, un trasformatore ed un’emittente, sensibile alle armonie del cosmo ed alle disarmonie create dall’uomo. Tutto intorno a noi è energia e l’uomo nel tempo ha imparato a riconoscerla ed utilizzarla. Il dramma del nostro secolo è che in pochissimo tempo l’essere umano si è trovato bersagliato da una nuova forma di energia, quella alternata delle reti elettriche, che prima non conosceva visto che per millenni le sue cellule hanno convissuto con forme di energia continua. Abituate a un campo statico, oggi le cellule umane sono costrette a cambiare senso di marcia 50 o 60 volte al secondo a seconda di dove viviamo.
Gli studenti di Stati Uniti e Canada, se chiamati ad emettere una nota, o più semplicemente un suono, producono nella maggioranza dei casi, un Si naturale. Gli studenti europei chiamati allo stesso esercizio, producono un Sol Diesis. Ebbene, il Si naturale è in perfetta risonanza con le emissioni prodotte da correnti a 60 Hz, mentre il Sol Diesis, si accorda con la corrente a 50 Hz.
L’inquinamento elettromagnetico, contribuisce in maniera determinante all’insorgenza di moltissime gravi patologie, soprattutto indebolendo intimamente il sistema di regolazione delle difese immunitarie e dell’omeostasi cellulare. Gli squilibri sono dunque facili da immaginare. Che i campi energetici debbano essere equilibrati lo dimostra il fatto che nelle navicelle spaziali, da alcuni anni, viene installata un’emittente di onde a c/a 7Hz (il globo terrestre ha una frequenza di 6/7 Hz) che simula la vita nella nostra atmosfera e ciò allo scopo di limitare, se non eliminare, i cali d’attenzione ed i disturbi che lamentavano gli astronauti.
In alcune nazioni come la Germania gli impianti elettrici sono suddivisi in due parti per cui i fili positivi vengono posti in alto e quelli negativi in basso. Tali “accortezze” sono obbligatorie da oltre mezzo secolo al fine di rispettare l’emissione di ioni terrestri. Lo squilibrio elettromagnetico degli esseri viventi, si può oggi misurare grazie alle applicazioni dell’elettro fisica, che permettono di valutare il potenziale elettromagnetico, elettrico e dielettrico e di comprendere meglio gli effetti dell’ambiente sugli esseri viventi.
Le forme di energia
Posti tra cielo e terra, nell’equilibrio cosmo/tellurico, la vita è stata originariamente concepita per essere in armonia.
Il nostro pianeta può considerarsi come una “cometa magnetica”, che gira su se stessa, spostandosi nell’universo.
Questi movimenti generano fenomeni magnetici ed elettrici d’induzione, sia nel suolo che nelle acque che nell’atmosfera. Tali fenomeni alimentano un sistema complesso di particelle e di cariche in movimento, tutte in stretta relazione tra loro. Questo campo di forze comprende principalmente l’irraggiamento cosmico, di cui una parte è assorbita o deviata dalla terra, ed è composto anche dalle energie derivanti dai venti solari e lunari, nonché dall’ irraggiamento tellurico propriamente detto.
L’irraggiamento ( marcostefanelli.com )
Recenti studi hanno dimostrato che riceviamo costantemente dal centro della nostra galassia delle onde gravitazionali, che influenzano il campo magnetico terrestre e sono all’origine delle vibrazioni ed onde elettromagnetiche composte. Sembrerebbe essere la molecola d’acqua a servire da principale risonatore delle radiazioni di origine cosmica, infatti essa è una molecola bipolare, cioè instabile (non neutralizzata), e ciò favorisce il raggruppamento molecolare, cosicché la diversità di distribuzione delle cariche che ne deriva rende la molecola d’acqua orientabile come una calamita. Inoltre la molecola dell’acqua ha una struttura che gli consente di deformarsi sotto l’influsso delle forze galattiche. La modificazione della struttura molecolare dell’acqua in rapporto ai periodi dell’anno, ed i sui effetti, non sono ancora conosciuti: poiché l’acqua è onnipresente in misura massiccia, a partire dalla più piccola delle nostre cellule, lo studio di tale fenomeno apre importanti prospettive circa la possibilità di una miglior gestione della salute dell’intero ecosistema
Le radiazioni corpuscolari.
Le radiazioni corpuscolari naturali sono dovute ai raggi cosmici ed alla radioattività della materia. Quelle artificiali più note vengono generate dai raggi catodici (utilizzati per illuminare lo schermo dei televisori) e per la produzione di raggi X. La radioattività di un materiale è dovuta al fatto che il nucleo dei suoi atomi si disintegra spontaneamente, in quanto alcuni neutroni si trasformano in un elettrone e un neutrino. Le radiazioni emesse da un simile fenomeno possono essere forti (raggi alfa), abbastanza forti (raggi beta) e fortissime (raggi gamma). I raggi alfa sono largamente usata nell’industria, in medicina e in biologia. I raggi cosmici, sono prodotti da stelle nelle esplosioni di supernovae, dal sole o da zone remote della galassia e al contatto con l’atmosfera, si dividono nell’urto in Muoni e Pioni che colpiscono ognuno di noi alla frequenza di circa 4000 particelle al minuto.
L’irraggiamento cosmico
Le onde cosmiche sono radiazioni elettromagnetiche naturali ultrapenetranti. Sono molto più intense negli strati alti dell’atmosfera, che a livello del suolo, ed hanno punte di minima intensità verso le ore 12 del giorno e di massima intensità verso le ore 24 della notte. Esse possono penetrare l’acqua sino ad una profondità di circa quaranta metri, pari a circa metri uno virgola ottanta di piombo; i raggi cosmici sono cento volte più penetranti dei raggi X di più alta frequenza. L’irraggiamento cosmico, oltre ai raggi solari che producono i noti effetti di luce e calore, è dato da microonde, sempre presenti, che vibrano ad altissima frequenza (sino a settanta milioni di Hertz), le quali si originano al di là del sistema solare. Tali forze, generano un’energia che pare essere essenziale per la stimolazione delle funzioni vitali dei viventi. Tutti gli astri sono immersi, anziché nel vuoto, come si immaginava sino a poco tempo fa, in un campo di radiazioni di varia natura che è la loro fonte di energia e di vita. Si presume che tale energie costituiscano un campo interastrale di origine elettromagnetica.
L’irraggiamento tellurico
Oltre alle energie provenienti dal cosmo, ne esistono altre di origine terrestre, a cui viene attribuito il nome di irraggiamento tellurico. Ogni anomalia nella costituzione geologica del sottosuolo, può tradursi in superficie in una perturbazione localizzata, espressa da linee di forza anomale. Ad esempio, la presenza di corsi d’acqua sotterranei può produrre in superficie degli effetti che sono misurabili: anomalie del campo magnetico terrestre, aumento della carica elettrica dell’aria e del suolo, aumento della forza del campo d’onde ultracorte, diminuzione dell’irraggiamento infrarosso lungo, disordini micro sismici; si evidenzia anche la presenza di correnti telluriche ed elettriche naturali, circolanti nel suolo a profondità variabili.
E’ utile sapere che l’intensità ed il potenziale di queste correnti, aumentano con l’avvicinarsi di una depressione atmosferica ed in particolare prima dello scatenarsi dei temporali. I corsi d’acqua sotterranei, prima di sgorgare in superficie ed alimentare i mari, attraversano canalicoli sotterranei e materiali di ogni tipo. Se la velocità dell’acqua è maggiore di 15 metri /sec., l’energia ionizzante che si libera è molto grande ed interferisce con gli organismi viventi, soprattutto il sistema nervoso centrale e l’apparato endocrino (surrenali, tiroide). La sovrapposizione della falda con un’altra forma geopatogena, non fa altro che accentuare il potenziale di agente nocivo per l’organismo.
Le correnti telluriche
Induzioni elettromagnetiche provenienti dall’attività del nucleo terrestre, sono probabilmente l’origine che genera le correnti telluriche. Benché la loro intensità sia debole, queste correnti che scorrono da qualche metro fino a qualche chilometro di profondità, seguendo vene d’acqua, filoni metalliferi, accidenti geologici quali le faglie, approfittano dei suddetti fattori per sommarvi la loro forza originaria e quindi sfuggire dal suolo, irradiandosi ad di sopra di esso. In queste circostanze possono perturbare l’equilibrio dei luoghi che attraversano. Se scorrono a piccole profondità, le correnti telluriche possono perturbare il normale campo magnetico terrestre esterno e pare che producano effetti non trascurabili sul mantenimento e sullo sviluppo dei processi biologici che avvengono nelle loro zone di influenza. Tali correnti sono molto deboli, dell’ordine dei millivolt, che seppure sia un ordine di grandezza piccolo, nel tempo interferisce in maniera notevole sui processi biologici.
Le correnti idrotelluriche
Le correnti idrotelluriche sono il risultato dello spostamento dell’acqua all’interno di strati geologici porosi, indipendentemente dalla topografia del suolo, sotto la stimolazione di una corrente elettrica di debole intensità esistente tra due terreni di natura molto differente e polarizzati. L’acqua, in questo caso, risale i pendii e si trova nei luoghi meno sospettabili, a causa dell’elettrofiltrazione indotta dalla differenza di potenziale tra i due terreni. Queste correnti generano in superficie della gravi perturbazioni energetiche, che hanno effetti letali sull’equilibrio e sulla salute della cellula, spesso arrivando a prudurre anche patologie tumorali.
Irraggiamento e correnti artificiali
Una sorgente artificiale, ad esempio una centrale elettrica industriale, può essere un’ulteriore fonte di correnti telluriche vagabonde. Ma anche l’irraggiamento prodotto da cavi elettrici ad alta tensione o da stazioni emittenti radio-televisive, dallo scintillio dei motori a scoppio, dalla radioattività di prodotti artificiali, dalla concentrazioni di grandi masse metalliche, sia mobili che immobili, sono da tenere in considerazione quali agenti attivi nel partecipare alla costituzione dei campi di forza in cui siamo immersi continuamente. A questo punto è necessario precisare che correnti e radiazioni sono due componenti dei campi di forza che spesso vengono confuse nei loro effetti, ma che devono essere distinte tra loro, poiché le correnti variano in intensità, quindi si può dire che pulsino, mentre le radiazioni sono caratterizzate dalla loro frequenza, quindi dalla loro oscillazione.
Le radiazioni del nostro pianeta
In fisica, con il termine “radiazione”, si indicano i fenomeni di generazione, propagazione e assorbimento di energia da parte dei corpi, sia sotto forme di “radiazioni corpuscolari” che di “onde elettromagnetiche”. Le radiazioni si diffondono con la stessa velocità della luce: circa 300.000 chilometri al secondo.
Ecosistema energetico
Le radiazioni cosmiche che attraversano l’atmosfera, sono in parte captate dal suolo, giungendo sino a profondità considerevoli; le condizioni di questo assorbimento modificano il campo elettromagnetico del suolo, il quale riemette, a seconda della sua conducibilità, un altro irraggiamento per riflessione, diverso, in certa misura, da quello che ha ricevuto. Tra le componenti delle radiazioni provenienti dalla terra, sarebbe da tenere in considerazione un irraggiamento di neutroni prodotti da un fenomeno nucleare naturale di fissione degli atomi nelle profondità della crosta terrestre. Gli effetti si evidenziano per mezzo di una radiazione termica del suolo non dovuta ad una perdita di calore da parte del nucleo terrestre.
La fissione nucleare produce anche raggi alfa, beta e gamma che vengono assorbiti in gran parte dalla terra, mentre i neutroni, dotati di una grandissima energia e di grande potere di penetrazione, si irraggerebbero al di fuori della crosta terrestre sotto forma di neutroni termici, avendo ceduto quasi tutta la loro energia collidendo, nel loro viaggio, con i nuclei degli atomi di idrogeno, giungendo quindi a possedere l’energia cinetica degli atomi di gas, che è debole. L’irradiamento di neutroni, ormai a debole energia, carica delle sue radiazioni il suolo e la sua struttura minerale. Tale radiazione costituisce la radioattività naturale del terreno ed interviene significativamente nel determinare i processi biologici.
La rete del dottor Hartmann
“…Quando una cosa è nuova, si dice che non è vera.
Quando la sua verità è evidente si dice allora che non è importante. Quando la sua importanza viene dimostrata si dice che non si era scoperto nulla di nuovo…”.
Un pò di storia
La scoperta delle radiazioni cosmotelluriche e dei suoi effetti sugli organismi viventi è piuttosto recente anche se l’esistenza di queste forze cosmiche e telluriche era già stata intuita molto prima. Circa cinquanta anni fa, scienziati tedeschi e francesi, scoprirono che la terra è solcata da una fitta rete di raggi di perturbazione cosmotellurica. Essa è composta da numerosi campi di forza lineari, intersecantesi tra loro in punti detti nodi, composti da forze di varia natura che si sovrappongono e si sommano tra loro. Nel 1937 Peyré di Bagnoles-de-l’orne (F) segnalò al Congresso Internazionale della Stampa Scientifica, l’esistenza di raggi tellurici in fasce verticali, parallele e perpendicolari al meridiano magnetico, formanti una scacchiera di circa 8 m di lato, e nel 1947 pubblicò il libro “Radiations cosmo-telluriques: leur topographie sur toute la planète, leur rapport possible avec la pathologie humaine, animale, vegetale et notamment avec le cancer”.Nell’opera si faceva il punto delle conoscenze intorno ai raggi Peyré, e il loro rapporto con le malattie dell’uomo, degli animali e delle piante e in particolare con il cancro.
Alcuni anni dopo il dott. Hartmann, da cui la griglia, o rete H, prese il nome, si accorse che la linee che la compongono formano dei veri e propri muri invisibili, ma misurabili, che dalla superficie terrestre attraversano tutta la biosfera. Hartmann raccolse nel libro Krankheit als Standortproblem (malattia come problema dovuto al luogo) una serie di articoli scritti in più di trent’anni. In un articolo del 1951 afferma: “Secondo le osservazioni che ho fatto sussiste una legame fra l’irraggiamento terrestre e la malattia. I raggi della Terra provocano un effetto patogeno soltanto su strisce strette (larghe circa 5-10 cm) che si manifestano come zona di stimolo, ovvero di reazione del rabdomante”. Il dottor Hartmann infatti compì le prime misure e osservazioni in zone che sovrastavano corsi d’acqua sotterranei. Riguardo agli effetti sulla salute Hartmann effettua quelle che egli stesso definisce “osservazioni sconvolgenti” e scrive infatti: “Eccetto pochissime malattie, come l’influenza, il morbillo, il raffreddore, eccetera, ci sono poche malattie che non siano causate da una striscia stretta”. Alcuni anni dopo, nel 1968, Hartmann parla invece di “griglia a rete globale”, che è cosa diversa dalle strisce descritte nel 1951.
La griglia a rete globale non interessa infatti soltanto il suolo in prossimità di corsi d’acqua sotterranei, ma ricoprirebbe l’intero pianeta. Inoltre, al posto dei raggi della Terra (che riteneva scaturire da falde e faglie), egli comincia a parlare di raggi cosmici (senza comunque specificare cosa intenda con tale termine) i quali diffonderebbero la rete in tutti i luoghi. Scrive infatti Hartmann: ” …è presumibilmente una struttura di griglia a rete di determinati raggi cosmici che sono ordinati regolarmente nel campo magnetico terrestre; orientati magneticamente in direzione nord-sud ed est-ovest…” Nello stesso anno aggiunge una importante modifica alla sua teoria essendo convinto della regolarità e della stabilità della griglia globale ritiene improbabile, dato che la terra si muove nel sistema solare, che tale griglia abbia una origine cosmica. Essendo essa una struttura legata al luogo Hartmann ripensa allora ad un irraggiamento terrestre, simile a quello descritto nel 1951, diffuso però in tutta la superficie della Terra.
Tale irraggiamento sarebbe causato, secondo Hartmann, da radiazioni provenienti da spaccature all’interno della Terra. Le radiazioni, nell’attraversare strutture cristalline nelle viscere della Terra, diverrebbero ordinate in una griglia uniforme. L’ultimo aggiornamento di tale rete globale viene effettuato da Hartmann nel 1976 “…La griglia a rete globale ha anche forma tridimensionale. Notammo che quando in seguito ad uno spostamento orizzontale del letto le condizioni del paziente non miglioravano, vi erano invece dei cambiamenti in seguito ad una variazione di altezza del giaciglio…”
Le conoscenze attuali
I muri dunque hanno uno spessore di circa 21 centimetri e sono orientati sugli assi Nord-Sud ed Est-Ovest. Le dimensioni di una singola maglia della rete sono, alle nostre latitudini, di m. 2 (asse Nord-Sud) per m. 2,50 (asse Est-Ovest), mentre si restringono e si allungano verso i poli e si allargano e si accorciano verso l’equatore. Quindi le dimensioni delle maglie variano secondo la latitudine; per le regioni europee esse oscillano tra m. 1,80 e m. 2,30 (asse Nord-Sud) e tra m. 2.50 e m. 3,20 (Est-Ovest). La rete H passa ovunque sulla superficie del globo e si può rilevare direttamente sul terreno, sull’acqua ed all’interno delle costruzioni. La rete, distribuita sull’intera superficie terrestre, s’innalza e attraversa la biosfera assumendo una conformazione cubica il cui lato variabile è di circa 2-3 metri all’interno di queste linee geometriche si trova una zona neutra, altrimenti definita di microclima ideale.
Studi eseguiti sulle variazioni del campo magnetico terrestre hanno evidenziato che il campo magnetico, all’interno della zona neutra, si differenzia sensibilmente da quello misurato su uno dei muri invisibili e, in particolare modo, nei punti d’incrocio, o nodi, ovvero nell’intersezione delle linee Nord-Sud ed Est-Ovest. E’ interessante ed utile notare che all’interno di edifici con muri che formano angoli retti, si forma una rete H secondaria disposta con gli assi secondo la direzione dei muri, e di dimensioni minori della rete principale. La rete di Hartmann subisce variazioni della sua regolarità geometrica e del grado di patogenicità dei suoi campi, in numerosi casi, di ordine naturale e non.
Fattori di natura cosmica
Temporali, fulmini, tempeste magnetiche, fasi lunari, macchie solari, particolari coincidenze astrali, venti, irraggiamento cosmico.
Fattori di natura tellurica
Terremoti, fenomeni vulcanici, alluvioni, corsi d’acqua sotterranea, canalizzazioni, faglie, falde freatiche, cavità sotterranee, masse metalliche, sacche di gas o petrolio.
Fattori di natura tecnica Miniere, trivellazioni, reti fognarie, condutture metalliche di acqua, gas o altro, scavi profondi, pilastri in ferro-cemento nel sottosuolo, qualsiasi forma di agopuntura artificiale, scavi per l’accatastamento di residui metallici, scorie radioattive e ogni tipo di rifiuto in genere. L’intensità dei campi della rete H subisce anche variazioni secondo un ritmo circadiano. Dalle ore 0 alle ore 2 e dalle ore 12 alle ore 14, si ha un aumento della patogenicità della rete, mentre tra le ore 5 e le ore 7 e tra le ore 17 e le ore 19, l’effetto geopatogeno raggiunge i suoi picchi di minore intensità. Non soltanto la religione cristiana, officia riti particolari in momenti particolari della giornata, in modo particolare al Vespro e al Mattutino, e nel rito del Sandyha sono recitate preghiere assimilabili ai mantra. Oltre al dottor Hartman prima e dopo di lui altri ricercatori condussero studi significativi ed approdarono ad interessanti risultati.
Altre reti
La rete di Curry
Rappresenta il modello del campo geomagnetico della Terra come descritto da Curry, medico tedesco che sosteneva che le linee energetiche si verificano in fasce larghe 75 centimentri, staccate 3,5 metri l’una dall’altra, in direzione da nord-est a sud-ovest e da nord-ovest a sud-est attorno al globo. La rete di Curry non sostituisce o nega l’esistenza della rete H, ma ad essa si sovrappone e con essa interagisce. Nei punti in cui i vertici delle maglie della rete di Hartmann, corrispondono con quelli di una maglia del reticolo di Curry, sono particolarmente patogeni per l’uomo.
I camini cosmotellurici della rete di Curry sono condotti verticali che rendono possibile il fluire di energie dal cielo alla terra e viceversa. La loro dislocazione è ovunque ed indipendente dalle reti ed altre anomalie della struttura della terra. Le loro forme sono cilindriche con diametro variabile da un camino ad un altro. Si compongono di un nucleo che ha un’attività più intensa della circonferenza. Alcuni hanno bracci che lasciano il centro, sono larghi circa 60 centimetri. La loro funzione risiede nel fatto che permettano un flusso di inspirazione/espirazione della terra. E’ un fluire lento, circa 2 – 3 minuti (ispirazione), durante il quale il diametro del camino si allarga. Segue una breve pausa e poi il flusso si inverte con un’espirazione di circa 3 minuti. La rilevazione di tali flussi è delicata, difficile ed eseguita con metodi radioestesici. Si può misurare il loro tasso vibratorio sulla scala di Bovis. Esistono camini inferiori a 4500 bovis, camini neutri fra 4500 e 6500 Bovis e camini ad alte vibrazioni, fino a 12 500 Bovis. L’influenza sul metabolismo umano dipende chiaramente dal tipo di camino su cui ci possiamo trovare a sostare. Studi francesi hanno evidenziato che all’interno di ogni chiesa medievale veniva individuata una zona, le energie Bovis erano marcatamente negative. Il punto veniva evidenziato con una pietra, “la pietra dei morti” ed era il luogo ove veniva collocato il feretro durante le funzioni del commiato. Analogamente esistevano zone ad alta energia dove di solito era collocato il fonte battesimale.
La rete Crowned
La rete Crowned o rete Coronata o largo-zona è considerata un’estensione della rete di Hartmann. Ha un orientamento ortogonale e il reticolato forma una griglia con maglie di 100 chilometri per lato. Collega i grandi “santuari” del pianeta, tutte le zone ormai note, come il complesso reticolo delle chiese francesi dedicate a Nostra Signora. Scoperta o meglio riscoperta da Walter Kunenn che ha basato i suoi studi sul “Corpus Agrimensorum Romanorum” nel quale all’epoca dell’imperatore Adriano, furono raccolti tutti i “Codices” Greci e Latini sulla materia.
Il campo di risonanza di Schumann
W.O. Schumann, un ricercatore di Monaco di Baviera, nel 1952 presentò una sua ricerca in cui dichiarava che, tra la ionosfera e la terra, si crea un campo elettromagnetico pulsante di 10 Hz; fenomeno a cui diede il nome di “risonanza di Schumann”. In seguito un altro tedesco, il prof. Siegnot Lang, ha dimostrato che la risonanza di Schumann funziona, in un certo senso, come un orologio biologico che contribuisce ad organizzare tutte le attività della vita. Lang dichiarò che, alla loro creazione, tutti gli esseri viventi furono “sintonizzati” su frequenze fra 7.8 e 10 Hz, ovvero una lunghezza d’onda di circa 8 metri. Pertanto risulta naturale per il corpo umano essere esposto a tali frequenze. Purtroppo la rivoluzione industriale causata dall’elettricità e dall’elettronica ha creato moltissime aree localizzate dove, a causa degli apparati creati dall’uomo, sono presenti delle frequenze artificiali che fuoriescono abbondantemente dal campo di 7.8-10 Hz. La stessa luce domestica, ad. es. genera una frequenza di 50 Hz che immediatamente va ad influenzare il sistema energetico dell’organismo umano, con danni variabili da individuo ad individuo.
Ley Lines
Letteralmente piste diritte, costituiscono una rete di tracciati che uniscono luoghi ad alta energia distanti anche centinaia di Kilometri. Alfred Watkins e William Lewis scoprirono alcune linee, le più importanti uniscono Carnac in Francia, con Karnac in Egitto passando per il centro di Lione e per i Fori Imperiali a Roma. Importante anche quella che unisce Mont Saint Michel in Normandia con Monte Sant’Angelo in Puglia pasando per la Sacra di san Michele in Piemonte
La reazione di alcuni animali ai campi terrestri
E’ interessante notare che il cane “sente” la presenza delle onde energetiche negative e si sposta in un’altro luogo (generalmente con energia positiva) per dormire o riposare. Il gatto, invece, cerca i posti dove sono presenti le energie che disturberebbero sia l’uomo che il cane. E’ risaputo che le formiche inoltre costruiscono i loro termitai sui nodi della griglia, punti che sono nocivi per l’uomo, mentre cavalli, mucche, pecore, cercano per brucare spazi di energia positiva. Gli animali, nei loro spostamenti occasionali, o migratori, seguono solitamente le vie del reticolo. Questo perché in corrispondenza delle linee geopatogene, le erbe crescono con difficoltà e le piante sono sottoposte ad ammalarsi più facilmente. Così, nei millenni, gli animali si sono spostati nel sottobosco seguendo queste vie invisibili, i predatori li hanno seguiti e così l’uomo. Piano piano nel tempo queste vie naturali sono divenute vie artificiali o modificate dall’opera umana. Molte delle strade che percorriamo oggigiorno, esistono proprio per questo preciso motivo. Gli studi hanno indicato che dodici ore prima che avvenga un terremoto il reticolo subisce una distorsione. Gli animali solitamente sono sensibili alle distorsioni temporanee del reticolo e lo evidenziano con stati di agitazione e comportamenti anomali. Da qui l’antico luogo comune, che gli animali sentono, prevedono i terremoti. Nelle colture indiane e dell’estremo oriente, le energie della terra (radiazioni della rete di Hartmann, radiazioni dei flussi sotterranei di acqua, delle cavità subaeree ecc.) erano tutte rappresentate graficamente dai serpenti. Ai serpenti dunque si attribuivano poteri e conoscenza enorme. Se riflettiamo un attimo, Eva è tentata dal serpente e la induce a cogliere il frutto della conoscenza. Ma come faceva il serpente a sapere tutto ciò? Semplice, anche presso i popoli medio orientali, era il detentore della conoscenza ma finì per essere umiliato e demonizzato ( un caso? ) come riportato in Genesi 3, 14-15.
“…..sii tu maledetto più di tutto il bestiame
e più di tutte le bestie selvatiche;
sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita……” .
Parimenti i cinesi ed i tibetani antichi simbolizzavano queste energie della terra con draghi, così come i celti. Purtroppo abbiamo smesso da tempo di credere a molti dei motti e dei proverbi antichi, peccato.
Rilievi
In questa pagina sono reperibili rilievi radiestesici di vari edifici sacri e non ( Castiglione Olona, San Galgano, Casetta delle Selve ) corredati da una relazione tecnica
La Collegiata di Castiglione Olona
Visita e rilievi dei soci Associazione Italiana Radiestesia ( A.I.R. )
Favoriti da una bella giornata, domenica 16 maggio, alcuni soci che hanno risposto all’invito dell’associazione, si sono trovati alle dieci di mattina nel parcheggio sotto la chiesa della Collegiata.
Dopo una breve passeggiata attraverso le vie del borgo antico, ci siamo ritrovati nel piazzale della chiesa.
Il socio Luciano illustrava le finalità della visita e spiega ai soci presenti come si dovevano svolgere i diversi tipi d’analisi, innanzi tutto si sarebbe effettuato un rilievo di tipo geobiologico per ricercare eventuali corsi d’acqua, cavità e faglie, poi si continuava la ricerca con un’analisi di tipo energetico per cercare di capire quali erano i valori e i movimenti; infine usando le esperienze fatte con i radioestesisti alsaziani si sarebbe cercato la porta spirituale della chiesa e il suo percorso all’interno della stessa.
Il socio Alberto consegnava allora ad ogni partecipante la piantina della chiesa e alcuni fogli bianchi per iniziare il lavoro e verso le 10.30 s’iniziava la ricerca in massima libertà e queste sono le conclusioni del gruppo di ricerca dopo due ore di lavoro.
ANALISI GEOBIOLOGICA
La chiesa è perfettamente allineata sull’asse est/ovest, la raccolta dei dati ha evidenziato una concordanza nei risultati; all’interno dell’edificio è stata rilevata la presenza di quattro corsi d’acqua a profondità diverse con il corso A che scende dall’altare verso l’uscita mentre i corsi B-C-D hanno scorrimento da sinistra a destra, il corso D è quello con energia più forte e transitando nel punto E (cavità o tomba) ha generato in tutti i presenti notevoli disturbi.
L’esperimento di posizionamento sul punto E è stato effettuato anche con altri visitatori che, pur non sapendo niente di quello che stavamo facendo, hanno accusato disturbi di vario genere.
L’analisi delle tombe ai punti 2 e 9 non ha prodotto alcun risultato, si ipotizza perciò che sono vuote.
ANALISI ENERGETICO VIBRAZIONALE
Senza dubbio questa è stata l’esperienza più affascinante per tutti i presenti, l’ambiente presenta aspetti energetici cromatici contrastanti che nello stesso tempo creano equilibrio.
La pietra d’ingresso alla chiesa ha un valore di circa 23.000 bovis mentre sulla destra al punto –1- c’è un’acquasantiera con valore energetico oltre i 10.000 bovis e si aveva la sensazione di vedere una piccola colonna di luce bianca in sintonia con il primo chakra; sempre sul piazzale esterno il valore dei due triskel si avvicinava ai 25.000 bovis mentre la porta d’entrata al piazzale aveva un valore di 4500 bovis.
Proseguendo all’interno della chiesa nella navata sinistra (punto 12) c’è un armadio molto grande che emanava un’energia molto forte forse poteva contenere dei paramenti sacri, nel punto 15 di fronte all’immagine di San Clemente è stata riscontrata un’energia di guarigione e agli incroci delle diagonali nelle cupole di tutte le navate laterali (punto 13) si è rilevato un valore di 13000 bovis, mentre nella navata centrale il valore raddoppiava.
Mettendosi all’entrata laterale sinistra (punto 4) si riceveva una forte sensazione di benessere e il valore riscontrato era di 18000 bovis, fra la navata sinistra e quella centrale (punto 17) c’è il pulpito per la predica che è sostenuto da sette colonne elicoidali che alternativamente girano in senso destroso e sinistrorso; appoggiandosi a queste colonne si riceve una forte sensazione di benessere e di ricarica energetica.
Gli altari laterali danno risultati diversi, mentre quello di sinistra ha un valore di 18.000 bovis e dava una buona sensazione, quello di destra pur avendo gli stessi valori a livello energetico, a causa di una cavità (probabilmente una tomba), dava sensazioni di malessere a tutti.
Davanti all’altare (punto 5) è stato riscontrato un valore in bovis uguale a zero giustificabile con il fatto che eravamo sulla pietra dove è posato il feretro.
L’altare principale nel suo punto centrale – 8 – abbiamo rilevato un’energia di 28.000 bovis e se ci rivolgiamo verso l’uscita della chiesa si ha una sensazione di dispersione mentre se guardiamo verso Est si ha una sensazione di ricarica.
Il punto –6- è energeticamente scaricante mentre il punto –7- è caricante.
I punti 3-6-7-8-10-11 -16–sono collegati ad un punto centrale nella cupola sopra l’altare ed infine la sedia del sacerdote nel punto –14- è stato caricata con un’energia molto alta.
Nel battistero è stata misurata un’energia di 14.000 bovis sull’altare e di oltre 18000 bovis sul fonte battesimale, mentre nella sala attigua un crocefisso di legno dava un valore di 18000 bovis e un antico leggio di 13000 bovis.
PERCORSO SPIRITUALE
Utilizzando l’esperienza alsaziana alcuni soci hanno intrapreso con risultati confortanti il percorso spirituale che partendo dal punto F che è sempre il numero cinque del carro di saturno all’esterno della chiesa si svolge poi al suo interno con il percorso tratteggiato.
Al momento della partenza bisogna essere completamente con i propri centri allineati e aspettare il momento del consenso (apertura delle bacchette) per procedere.
In quel momento cerchi di percepire fra le mani un’energia che assomiglia ad un ad un grosso cilindro di cotone morbido e piano piano si cerca di seguirlo all’interno della chiesa, qualcuno riesce anche a vedere un colore bianco latteo luminescente.
Tutto il complesso ha dato ai partecipanti diverse sensazioni e tutti sono rimasti molto soddisfatti per quest’esperienza.
Alle ore 13.00 un poco affaticati e affamati ci siamo recati in un ristorante della zona per un ottimo pranzo.
Il Gruppo di ricerca A.I.R.
San Galgano: l’Abbazia e l’Eremo
Rilievo a cura di Sergio Costanzo e dell’amico Vittorio
Non è possibile, giungendo a san Galgano, rimanere indifferenti al fascino del luogo. Arroccata sulla collina di Montesiepi, la Rotonda, sembra quasi nascondersi, timida al cospetto della magnificenza della grande abbazia che tutto sovrasta e domina.
Il luogo scelto per edificare la grande Abbazia, emana un fascino misterioso che molto pesò sulla scelta dell’Ordine Cistercense.
L’abbazia è stata costruita ed orientata sull’asse Est-Ovest con precisione pressoché perfetta. Riferendoci quindi ai punti cardinali, consideriamo i risultati di un rilievo radiestesico eseguito sulle due costruzioni e su tutta l’area di interesse archeologico ed energetico. Analizzando la planimeria dell’Abbazia, possiamo dire che un primo corso d’acqua sotterraneo proviene da Nord ovvero dalla collina ove è posta la Rotonda ed è ortogonale all’asse della chiesa. A circa 40 metri dal fianco sinistro dell’abbazia, si biforca e un ramo passa dirigendosi a Sud-Est, sotto il punto in cui sorgeva l’altare, l’altro prosegue il suo cammino, passa sotto la chiesa e va ad alimentare il pozzo situato nel chiostro. Questo corso d’acqua, che interseca l’abbazia all’altezza del IV ordine di colonne, partendo dall’ingresso, è denominato “Giordano”.
Non avete notato sul fianco destro delle chiese ed abbazie che avete occasionalmente visitato, la presenza di un pozzo? E non avete notato che è sempre collocato in una posizione precisa rispetto alla lunghezza della chiesa? Il senso di tale nome è assai chiaro, il fedele che entrava in chiesa per compiere la sua deambulazione, si trovava ad attraversare ad un certo punto una linea ideale, oltre la quale, poteva connettersi direttamente col trascendente. Questa linea rappresentata dal “Giordano”, in molte chiese ed abbazie è contrassegnata da una statua o un dipinto di San Cristoforo che si fa strada fra le acque.
Anche se chiaramente ci riferiamo a San Galgano, vi chiedo un piccolo sforzo mnemonico.
Caso, fatalità? Torniamo a noi, un altro corso d’acqua proviene da Est e piega verso Sud, lambendo le strutture accessorie del complesso monacale. E’ interessante notare che l’andamento del corso d’acqua a Nord dell’abbazia segua con precisione il tracciato del sentiero che conduce alla collina della Rotonda.
Ciò avvalora la tesi secondo la quale le attuali vie di comunicazione corrispondano agli antichi percorsi che gli animali nelle zone boschive, prediligevano. Ma le vie d’accesso all’abbazia sono due, e la principale, quella che conduce davanti alla facciata ha un orientamento che a tutt’oggi risulta a dir poco bizzarro.
Se ci posizioniamo davanti all’Abbazia e ci voltiamo, notiamo che per arrivare qui, abbiamo dovuto compiere una serie di curve e contro curve ad angolo retto, mentre era più facile magari costruire una strada in diagonale che collegasse l’abbazia all’attuale strada statale. Strano davvero dunque, se si considera che è stato tracciato nei campi, senza il minimo impedimento urbano o geomorfologico. Il motivo è da ricercarsi nel fatto che l’abbazia era anticamente attraversata da un terzo corso d’acqua che penetrava dall’abside e fuoriusciva dalla porta principale.
Rechiamoci ora alla Rotonda, o Eremo di Montesiepi proseguendo esattamente sotto il tracciato dell’attuale via asfaltata. A testimonianza di ciò, di fronte all’abbazia distante circa cento metri, non immediatamente visibile sotto gli alberi della casa colonica, un pozzo in secca rende onore alla memoria dell’acqua. Il pozzo si trova dunque sulla via sterrata che collegava anticamente la Merse all’insediamento di Ciglierese. Strada che seguiva una via d’acqua sotterranea. I monaci cistercensi dunque identificarono con esattezza il sito ove identificare l’abbazia, e ne commissionarono l’esecuzione ad un valente architetto, “donnus” Johannes che tenne l’incarico fino al 1227. Non è dato sapere se Johannes progettò realmente l’abbazia. La certezza però che fosse un membro dell’ordine perviene da una considerazione indiretta, infatti l’abbazia risponde in tutto e per tutto ai canoni metrici che i cistercensi erano abituati a rispettare. L’Abbazia abbandonata da tempo e non dedita al culto dal XVII secolo, non presenta particolari connotati energetici.
Affermare che un edificio in pietra possa nascondere segreti e celare misteri, sembra essere una contraddizione in termini. Non esiste al mondo niente di più statico, palese e tangibile di una cappella arroccata da 800 anni in terra di Toscana. Eppure, la maggior parte dei segni che la Rotonda, paziente e silenziosa, tenta giornalmente di comunicare, sono rimasti fino ad oggi nascosti. La Rotonda di Monte Siepi come moltissimi altri edifici coevi, oltre ad assolvere alla funzione religiosa è sicuramente uno scrigno deputato alla preservazione di preziose informazioni. L’apparente semplicità della struttura a pianta circolare, è il risultato di una serie di elucubrazioni sofisticate e complessi calcoli trigonometrici. E’ logico supporre prima del XII secolo l’esistenza di una costruzione preesistente, come è possibile dedurre anche dal toponimo del luogo. Montesiepi, secondo alcuni autori deriverebbe da Mons saeptus, un luogo recintato che conserva all’interno del saeptum, qualcosa da preservare. Sia che la rotonda ricalchi una tipologia costruttiva di età romana, sia che sia stata autonomamente ed appositamente concepita, ricalca lo schema a pianta circolare di origine gerosolimitana che andò diffondendosi in Europa, dopo la prima Crociata.
Consideriamo che dal 1185, la Rotonda, a differenza dell’abbazia, non ha mai cessato di essere un luogo vitale, frequentato, attivo. Teorizzando dunque che la Rotonda, come tutti gli edifici addetti al culto, fosse stata costruita su un luogo caratterizzato da una elevata energia cosmotellurica, e che vie d’acqua sotterranee o cavità naturali o artificiali fossero presenti per amplificare gli effetti energetici, è stata condotta un’indagine radiestesica. Il rilievo ha posto in evidenza che due vie d’acqua profonde si intersecano al centro della Rotonda, proprio sotto la spada. Una, dopo essere penetrata sotto l’edificio attraversando la cappella del Lorenzetti si unisce alla seconda che proviene da Ovest. I due canali confluiscono al centro della rotonda in un unico ramo che prosegue in direzione Sud-Est e fuoriesce dall’edificio, per scendere verso l’abbazia. Rilievo dei corsi d’acqua ( in Rosso ) nell’intera area inteerssata. La foto aerea è rilevata da www.atlanteitaliano.itE’ doveroso ricordare che l’affermazione dell’esistenza di vie d’acqua sotterranee, non è legata soltanto a tecniche di rilievo che molti potrebbero avere difficoltà ad accettare. Una prospezione eseguita col Georadar, (un sofisticato e utilissimo strumento capace di “vedere” la composizione degli strati del terreno posti sotto la sua verticale), aveva rilevato sotto la Rotonda la presenza di vie d’acqua, purtroppo frettolosamente classificate come “canaletti di scolo”. Ma il dato più importante che emerge dal rilievo è la presenza di due cavità sotterranee contenenti verosimilmente resti umani, perfettamente ubicate sotto le mura, praticamente celate nelle fondamenta della Rotonda e della cappella del Lorenzetti, (invisibili quindi anche al Georadar che è bene ricordare, riesce a scansionare il terreno solo se posto sotto la sua verticale). Nel 1340 tale Vanni dei Salimbeni donò all’abbazia di San Galgano un podere i cui proventi dovevano servire per edificare, annessa alla Rotonda, “una cappella di pietre ben squadrate e ricoperte di pitture”.
La cappella fu iniziata nel 1341 e già nel 1345 Ambrogio Lorenzetti aveva terminato la sua opera. Perché edificare una cappella proprio in quella posizione, quale il senso di questa scelta? Tutto si delinea se si ipotizza che il Salimbeni, o chi per lui, desiderasse celare per sempre il segreto sepolto nelle cavità. Quale metodo poteva essere migliore che edificarci sopra un’opera muraria? Nessuno. Le cavità appaiono perfettamente squadrate e regolari, opera certamente umana, forse ampliamento di cavità naturale preesistenti. Tale disposizione è in accordo con la necessità di sfruttare ai fini dell’innalzamento energetico del luogo, il loro contributo. Del resto la Rotonda non è un esempio unico, una situazione del tutto analoga la si può ritrovare nella chiesa di Neuvy-Saint Sépulcre in Francia, che presenta piccole absidi ricavate nell’enorme spessore delle pareti. Il rilievo delle energie all’interno della Rotonda segnala 20.000 unità Bovis in tutto l’edificio, tranne che nei locali della casa canonica, dove il livello è di 6.800 unità, ovvero la vibrazione naturale del corpo umano. Notiamo come all’interno dello stesso perimetro le energie cambino in relazione alla funzione dei locali: vivere nella Rotonda sarebbe alla lunga impossibile, così come la canonica non sarebbe un luogo ideale per officiare il culto. Queste precise distribuzioni di energia, non sono casuali, ma il risultato del sapiente lavoro dell’architetto, che sfruttando le vie d’acqua sotterranee e scavando cavità artificiali, ha manipolato in modo perfetto le energie cosmotelluriche. Ma osserviamo attentamente le due cavità, quello che più colpisce è che i loro vertici determinano con precisione la collocazione dell’altare e quindi della piccola abside, e i lati brevi sono orientati verso Gerusalemme. E’ lecito ipotizzare che chi vi fu sepolto, fosse stato collocato per il sonno eterno, a guardare la meta di una vita, quel Santo Sepolcro sotto il cui simulacro ora riposa.
Casetta delle Selve
Percorrendo la vecchia via longobarda che da Pisa conduce a Lucca, giunti in località Pugnano, è possibile ammirare dal basso, la Casetta delle Selve, incastonata come gemma sul monte pisano; nitida e luminosa, si staglia sullo sfondo cangiante del bosco. Come e perchè si arriva alla Casetta non è al momento importante, ma la splendida realtà è che una volta arrivati, questo luogo penetra nel sangue e con esso pulsa e circola per sempre. La Casetta sorge ed è ancorata su uno spuntone di roccia, tanto che la sala al pianterreno adibita a Biblioteca, è rialzata rispetto al piano della casa. E’ come se la Casetta coprisse ed adornasse l’apice di un menhir. L’edificio è isolato, non ci sono nel raggio di diverse centinaia di metri altre abitazioni, tutto intorno, alberi da frutto, olivi, castagni e bosco ceduo. Alla Casetta si arriva percorrendo un irta salita, ma in cima la gratificazione è assicurata, lassù si respira un chè di magico che penetra a fondo e dona pace e serenità. Alla Casetta prenotando per tempo, è possibile dormire e le 5 stanze hanno la particolarità di essere dominate dai colori. Abbiamo una camera Azzurra, una Gialla e così via e nelle stanze tutto è perfettamente intonato al colore dominante. Anche i quadri di Nicla, ( tra l’altro ottima pittrice ) decorano le pareti in ogni stanza.
Sulla terrazza della Casetta, si può sostare per ore spaziando con lo sguardo verso il basso, godendo di una visuale incredibile che va dalla Liguria agli scogli di Livorno, con tutte le isole dell’arcipelago toscano disperse nel verdeazzurro mare. Sulla terrazza della Casetta, il tempo si ferma e chi sale lassù, non vorrebbe più scendere. Per anni abbiamo discusso con l’amabile proprietaria, la signora Nicla, se quello fosse un luogo d’energia. Di sicuro è un luogo dove i fiori sbocciano per tutto l’anno, le rose sono grandi il doppio del normale, e tutto ha una dimensione irreale. Ci siamo decisi a procedere ad un rilievo utilizzando come testimone una foto aerea del luogo.
Il risultato è stato confortante, come è possibile rilevare nell’immagine, la zona è attraversata da una via d’acqua sotterranea che proviene dall’alto, da Nord Est. ( Le immagini aeree sono riprodotte secondo il corretto orientamento geografico ) Il corso d’acqua scende gradualmente verso Sud Ovest e nei punti indicati dalle frecce, in prossimità di due possibili affioramenti, si rilevano 50.000 Bovis.
Il corso subaereo prosegue e circonda, quasi lambisce la casa e la terrazza nei lati Nord e Ovest, per poi procedere verso valle. L’apporto energetico dell’acqua unito a quello apportato dal menhir naturale su cui la casa è edificata, conferiscono a tutta la zona evidenziata e alla casa stessa, una vibrazione di 6.700 Bovis. La Casetta delle Selve è dunque un luogo puro, ideale, equilibrato al punto da sembrare magico rispetto a molte abitazioni, a molti altri luoghi che tutti conosciamo. E’ il luogo ove sarebbe bello vivere. Il rilievo delle energie è stato effettuato in piena estate e la folta vegetazione ha impedito di verificare in loco, il percorso dell’acqua e gli effetti sulla flora. Una perlustrazione è prevista nel periodo invernale quando il bosco ceduo permetterà di inoltrarsi con più facilità.
Louis Turenne
Louis Turenne, nonostante i pochi mezzi a sua disposizione nel lontano 1930, fu un grande pioniere della scienza biofisica applicata sia alla medicina che all’uomo. Egli fu uno dei primi a iniziare timidamente ad attraversare il difficile terreno che divide l’uomo materiale visibile dall’uomo vibratorio invisibile. Alla base delle sue investigazioni vi erano questi presupposti di base:
l’uomo è sede di fenomeni elettrici e i fenomeni elettrici generano, per quanto deboli, campi elettrici e campi magnetici,
i campi elettromagnetici possono essere influenzati da altri campi elettromagnetici, creando fenomeni di induzione,
l’induzione elettromagnetica può alterare il campo elettrico e cambiare la chimica molecolare che si basa appunto su sottili, anche se forti, equilibri tra elettroni e protoni.Pendolo radiestesico Fonte: dalla rete
Gran parte delle opere di Turenne sono dedicate agli effetti dell’elettromagnetismo sull’organismo ed alle radiazioni dei vari corpi. Egli è giunto ad ipotizzare, per la prima volta in Europa una stretta connessione tra lo stato di salute degli organismi e le radiazioni presenti nell’ambiente in cui vivono.
Nel corso di questa sua ricerca, ai confini dell’infinitamente piccolo e pertanto invisibile, Turenne, non poteva purtroppo avvalersi di adeguati strumenti scientifici (siamo tra il 1920 e il 1930); lo stesso elettroscopio, allora molto usato, aveva necessità di un campo che avesse una seppur minima intensità. Turenne, d’altro canto, non disponeva neppure delle disponibilità finanziarie necessaria per approntare nuove apparecchiature per effettuare le sue misurazioni.
Si mise allora alla ricerca di qualche sensibile rilevatore “naturale”, che fosse visibilmente influenzato dalla presenza di debolissimi campi magnetici ed elettromagnetici. In queste ricerche, estese anche al magnetismo terrestre, si accorse ben presto, con sorpresa e ammirazione per il sapere dell’Antica Scienza, che quello strumento che andava così ansiosamente cercando, quel rilevatore ultrasensibile esisteva realmente… Ma la scienza ufficiale non gli avrebbe mai creduto e lo avrebbe ancor di più emarginato fra i ciarlatani. Questi strumenti erano le bacchette del rabdomante e i pendoli radiestesici.
Per il fatto che con questi strumenti, da secoli, si è stati in grado di rilevare i fenomeni elettromagnetici e scoprire acqua sotterranea (indicandone profondità, direzione e portata), doveva esserci un rapporto non casuale fra rabdomanzia, radioestesia e magnetismo (terrestre). Scrive Louis Turenne “È necessaria la totale indipendenza della bacchetta dalla volontà dell’operatore perché i fenomeni si manifestino correttamente ….. Non bisogna assolutamente che il cervello comandi la bacchetta altrimenti essa non seguirà più le sue leggi normali”.
Sulla base delle sue ricerche, altri ricercatori hanno messo a punto una serie di strumenti atti a modificare, ristabilire, normalizzare le oscillazioni che l’uomo riceve ed emette per riportarlo a quell’equilibrio da cui dipende una buona salute. Infatti, come conferma Turenne: “Lo squilibrio (la patologia) nasce per motivi elettromagnetici e in particolare per un eccesso di energia (o in caso contrario per una mancanza). Questo squilibrio modifica il circuito di risonanza umana aprendolo all’influenza di campi elettromagnetici che nulla hanno a che vedere con quelli necessari alla sopravvivenza e al benessere delle cellule. Daremo il nome di onde nocive a tutti i tipi di emissioni oscillatorie con tali caratteristiche”.
Come risultato dei suoi studi il Turenne creò anche i neutralizzatori, aventi il preciso compito di filtrare e neutralizzare le onde elettromagnetiche nocive. Questi neutralizzatori, in effetti, simulavano il lavoro svolto dal bulbo rachidiano, in quanto proteggono dai campi elettromagnetici a cui l’organismo non è stato predisposto a difendersi. Rientrano tra questi tutti tutti campi elettrici “generati” dall’uomo a seguito della scoperta dell’elettricità ed i telefonini cellulari ne sono l’esempio più recente e pericoloso. Uno studio ungherese, ( Giugno 2004 ), afferma che una esposizione intensiva ai telefoni mobili, generalmente portati nelle tasche dei pantaloni, può compromettere la spermatogenesi, ossia il processo di produzione degli spermatozoi. Questo processo porterebbe ad una riduzione della fertilità in quanto influirebbe direttamente sulle capacità di movimento degli spermatozoi oltre a diminuirne il numero. La ricerca ha coinvolto 221 persone per 13 mesi e le sue conclusioni non vengono considerate dagli scienziati come definitive ma, anzi, se ne auspica l’approfondimento con ulteriori studi. Non solo occorre confermare la
possibilità che quanto descritto effettivamente avvenga ma anche capire nel dettaglio come ciò possa accadere.
Un grazie a Turenne, era solo il 1930
Vibrazioni
Creazione
Le cosmogonie dell’Antico Egitto, della Grecia, dell’Ebraismo, dell’Induismo e del Cristianesimo, ci presentano Dio come il creatore di mondi mediante la potenza creatrice del suono. La creazione biblica ci viene presentata come opera di un suono:
“In principio era il Verbo ed il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”.
Poi Dio parlò e per mezzo della Sua voce, ovvero una vibrazione che per noi umani e’ paragonabile al suono della voce, creò tutti i mondi e tutti i regni di natura e tutti gli esseri in sei ere o giorni della creazione, seguite ognuna da un periodo di stasi o notte. Il settimo giorno si riposò. La dottrina del Logos o Divino Creatore, che crea mediante la parola, trova un sostegno scientifico nella capacità del suono fisico di produrre forme.
Un esempio di ciò ci viene fornito dalle figure di Chladni. Possiamo allora dire che ogni nota musicale plasma la materia con un disegno corrispondente. Viene fatto di pensare a possenti Accordi Creativi, risuonanti in tutti i livelli, con i quali e dai quali e’ modellato l’universo fisico. La “Parola” del Creatore, passa ai mondi inferiori dove echeggia e riecheggia così da plasmare tutte le svariate forme di natura. Poiché l’Artefice divino crea perennemente, la sinfonia creativa continua ad essere composta ed eseguita.
Le Gerarchie Celesti e gli uomini vivono in mezzo ad armonie celestiali, armonie che possono essere udite solo dalle coscienze illuminate dalla luce dello Spirito, da pochi iniziati, armonie di cui ci parla Platone come dell’eterna “musica delle sfere”.
Atomi
Tutti gli oggetti materiali nel nostro ambiente sono costituiti da atomi che si legano l’uno all’altro in vari modi per formare un’enorme varietà di strutture molecolari che non sono rigide e immobili, ma oscillano secondo la loro temperatura e in armonia con le vibrazioni termiche del loro ambiente. Negli atomi in vibrazione, gli elettroni sono legati al nucleo atomico da forze elettriche che cercano di tenerli più vicino possibile, ed essi reagiscono a questa segregazione roteando tutto intorno ad altissima velocità. Nei nuclei, infine, i protoni e i neutroni sono compressi in un volume minuscolo dalle intense forze nucleari e di conseguenza si agitano con velocità inimmaginabile. Gli atomi che compongono il nostro mondo materiale sono formati da un nucleo centrale, composto da protoni e neutroni, circondato da una “nuvola” di elettroni in perpetuo movimento. Queste tre particelle sono dotate di massa. Vi e’ anche una quarta particella, il fotone, che e’ priva di massa e costituisce l’unita’ di radiazione elettromagnetica. Il protone, l’elettrone e il fotone sono tutti particelle stabili, il che significa che essi vivono per sempre, a meno che non vengano coinvolti in un processo d’urto, nel quale possono essere annichiliti. Se il numero dei protoni nel nucleo e degli elettroni orbitanti e’ uguale l’atomo non ha una carica elettrica. Se l’atomo perde uno o più elettroni diventa positivo e viene definito “ione positivo”, se invece li acquista diventa negativo, in questo caso viene chiamato “ione negativo”. Gli atomi hanno un diametro complessivo medio di meno di un centimilionesimo di centimetro, il nucleo centrale e’ diecimila volte più piccolo. Vale a dire che fra il nucleo e la nuvola di elettroni vi e’ un grande spazio vuoto, popolato solo di campi; si potrebbe paragonare il nucleo al Sole, e l’atomo intero al sistema solare. Nello studio dell’infinitamente piccolo, sono stati fatti passi da gigante e oggi sappiamo che la materia sub atomica è composta da Leptoni, Fermioni, Quark e Mesoni.
Ognuna di queste particelle, non facilmente immaginabili, vibra secondo precise e armoniche frequenze. Fino a poco tempo fa si considerava che lo spazio atomico, fra nucleo e elettroni, fosse vuoto. Questo spazio invece è riempito da un campo energetico denominato Tachionico ( tachy in Greco = velocità, accellerazione ) o Campo di Feinberg. Lenergia Tachionica, in contrapposizione alle forze entropiche, è al servizio dell’atomo e quindi di tutto il creato, per mantenere e rigenerare, l’ordine e la regolarità. Recenti studi europei, dimostrano che l’energia propria di ogni particella sub nucleare è influenzata da variazioni astronomiche, oscillazioni del campo magnetico terrestre, macchie solari e campi elettromagnetici artificiali.
L’Uomo
Un punto di vista diverso
Composto per il 75% da acqua, il restante 25%, è dato da aggregazioni molecolari di varia natura. Il “contenitore uomo” veicola con se quantità inimmaginabili di atomi, elementi chimici, sali minerali molecole. Considerando questo punto di vista, risulta forse più facile intuire che l’uomo, a partire dalle sue componenti atomiche e sub atomiche, è in perenne interazione con tutte le forme di energia. Per fare un esempio , le variazioni di campo magnetico, influenzano il metabolismo dell’Ipofisi. Le variazioni di campo magnetico dunque, modificano il regime di sintesi della Melatonina, le cui variazioni verso bassi livelli, contribuiscono all’insorgenza di Cancro, Aborti, Depressione.
La biologia e la biochimica hanno costruito negli ultimi venti anni un modello schematico della materia vivente che considera solo le interazioni chimiche tra macromolecole, lo studio e le sperimentazioni sono state fatte quasi sempre in vitro e non in vivo. La biochimica, con gli studi sul codice genetico e’ giunta a proporre un modello dell’uomo mirabile ma piuttosto limitato, riconducibile a processi ed informazioni catalogabili come elettriche o chimiche. Tale modello comunque, sebbene fondamentale, non spiega ne’ esaurisce assolutamente i vari dinamismi biologici e vitali nella loro interezza e complessità.
Per poter comprendere la vasta complessità dell’essere umano, e’ necessario un approccio ben più complesso, un approccio che tenga conto dell’effetto del pensiero, delle emozioni e del fatto che ogni cosa, animata e non, essendo composta da atomi, non e’ mai in quiete ed emette onde radianti in una molteplice gamma di frequenze.
Molti studi di biofisica cercano di studiare la natura dell’uomo partendo dal fatto che le molecole del DNA non sono soltanto puri elementi biochimici ma anche e soprattutto antenne capaci di emettere ed assorbire onde elettromagnetiche. Questo fatto, e’ stato purtroppo trascurato dalla quasi totalità degli studiosi e solo uno sparuto gruppo di ricercatori ne ha fatto l’oggetto di attenti studi e sperimentazioni.
Uno di questi, Georges Lakhovsky, parlando degli effetti dei campi elettrici di onde a 750 Khz (chilohertz) sulla salute umana, ebbe a dire: “Ogni essere vivente emette radiazioni, la grande maggioranza degli esseri viventi e’ capace di ricevere e rilevare onde…” e ancora “Così come la vita e’ creata dalle radiazioni, la vita e’ mantenuta dalla radiazione, e la vita può essere distrutta da uno squilibrio oscillatorio e vibratorio”.
Si potrebbero citare innumerevoli esempi, e anche dare menzione di approcci diversi alla medicina e alla clinica, sarebbe sufficiente che si cominciasse a considerare l’uomo, come il più importante dei luoghi d’energia.
Effetti delle radiazioni
La scienza ufficiale riconosce solo due effetti prodotti dalle radiazioni elettromagnetiche:
L’effetto termico, cioe’ il riscaldamento della materia vivente quando e’ sottoposta ad una irradiazione; effetto che avviene con un meccanismo analogo a quello del forno a microonde.
L’ effetto biologico ad opera dei raggi ultravioletti e raggi gamma che causa l’asportazione di elettroni dagli atomi componenti le molecole dei vari tessuti organici.
Alcune discipline riconducibili alla biofisica, si ripromettono di sondare i molteplici aspetti del suono, delle onde elettromagnetiche, delle radiazioni, del pensiero e delle emozioni al fine di conoscere l’uomo ed aiutarlo a svolgere una ricerca scientifica che sia mirata più al suo “benessere totale” .
Approfondimento
Oscillazioni, vibrazioni e frequenza
Nella fisica, si intende con “oscillazione” un movimento lento (ad es. quello di un pendolo), e con “vibrazione” un movimento assai veloce (ad es., quello delle onde elettromagnetiche: radar, radio, TV, ecc.).
Per misurare la velocita’ di una oscillazione (o vibrazione) si contano quanti cicli vibratori avvengono in un secondo. Questa misura viene chiamata “frequenza” ed e’ misurata in Hz (Hertz) in onore di Enrico Hertz che spese molti anni sperimentando con i fenomeni oscillatori. Una frequenza di 100 Hz indica un’oscillazione che si ripete 100 volte al secondo.
In acustica si studiano le oscillazioni che risultano udibili dall’uomo; ovvero quelle che vanno da 16 Hz a circa 20.000 Hz.
Nelle radiotrasmissioni, si usano onde elettromagnetiche con frequenze molte alte, che possono arrivare a miliardi di vibrazioni al secondo; percio’ nella loro misura, si utilizzano i multipli di Hertz, ovvero: i Khz (chilohertz = 1000 Hz al secondo), i Mhz (megahertz = un milione di Hertz al secondo) ed i Ghz (Gigahertz = 1 miliardo di Hertz al secondo).
In ottica si studiano delle vibrazioni ancora più alte che vengono percepite dal nostro occhio come colori.
Le onde elettromagnetiche e quelle della luce viaggiano nella spazio all’incredibile velocità di circa 300.000 chilometri al secondo.
La lunghezza di un’onda elettromagnetica
Se potessimo attaccare un pennello ad un pendolo in movimento, in modo da tracciare le sue oscillazioni su un nastro di carta, e facessimo scorrere il nastro potremmo vedere la forma delle onde generate (solitamente una sinusoide). La distanza che intercorre tra l’inizio di un’onda e la successiva, misurata in metri o frazioni di metro, viene definita “lunghezza d’onda”.
Per conoscere la lunghezza di un’onda, misurata in metri, basta dividere 300.000.000 per la sua frequenza in cicli al secondo.
Per misurare le lunghezze d’onda molto corte si utilizza il micron (un millesimo di millimetro) e per quelle cortissime l’Angstrom che equivale a un decimilionesimo di millimetro.
La radio e la televisione utilizzano delle onde elettromagnetiche che vanno da 30 Mhz (10 metri) a 3000 Mhz (1 cm). I radar e i ponti radio utilizzano delle onde elettromagnetiche con una frequenza ancor piu’ alta che vanno da 3.000 Mhz (1 cm) a 300.000 Mhz (1 mm).
La luce bianca comprende i sette colori dell’arcobaleno, ed utilizza radiazioni di lunghezza d’onda comprese tra i 4000 e i 7000 Angstrom circa.”
Fonte: http://www.sergiocostanzo.it/luoghi-denergia