Ancora una volta il fedele e unico amico di vita a 4 zampe ha trasmesso, con la sola imposizione della telepatia canina, un messaggio di un valore inestimabile.
Così come io (cane) sono così fermo nell’attesa di te (umano) che arrivi a donarmi il tuo amore, quando ne sei pieno e puoi farlo, come mai tu umano non sei in grado di aspettare che un altro umano possa donarti il suo amore solo ed esclusivamente quando ne è in grado?
In questa similitudine tra quadrupede-umano ed umano-umano, sembra che il cane sia più maturo e consapevole di un bipede qualsiasi. Come é mai possibile che il cane sia in grado di capire che il suo “amico” ha anche bisogni propri e necessita di spazio e tempo, mentre di noi esseri pensanti spesso non riusciamo ad elaborare questo semplice concetto?
Spesso ciò accade in famiglia, quando una madre non é in grado di lasciare al proprio figlio il semplice e prezioso tempo per pensare, annoiarsi, stare con se stesso…
Se il cane diventa me ed io divento l’altro, principio base dell’empatia, posso perfettamente comprendere il perché delle azioni dell’altro e dunque, messaggio importantissimo, non prendere più nulla sul personale.
Se io, in un certo momento e per pensieri personali, che prescindono dal piccolo Fido, non sono in grado di donargli amore, è perché dentro di me ci sono dei blocchi emotivi derivanti dalla fretta, ansia, depressione, ma soprattutto vuoto di amore per me stesso, che mi impediscono di donare il mio amore a lui o a chiunque altro.
E lui, lui cane, a differenza di quasi tutti gli umani, questo lo capisce perfettamente, perché sta li, impavido, fermo, sicuro di sé e paziente in attesa che io torni in me e possa donare a lui la parte di me che nel frattempo ho ritrovato.
E come fa lui a fare questo? Attendendo e nutrendo se stesso di quello che in realtà vorrebbe da me, senza insistenza o fare pressioni inutili, che farebbero solo passare ancora di più la voglia di fare ciò che chiede all’altro. Lui questo concetto ce l’ha impresso in se’.
Ciò è estremamente importante in quanto noi uomini spesso, troppo bisognosi di amore dall’esterno, ci aspettiamo che sia altro o un altro a donarci ciò di cui abbiamo bisogno.
Nel frattempo io, assumendo il ruolo dell’altro imparo cosa egli prova nel mentre sono impegnato ad aspettarmi qualcosa da lui. Sia che si tratti di amicizia, amore, lavoro o altro, se non c’é è semplicemente impegnato con se stesso.
Certo, ci sono persone che sono e resteranno impegnate con loro stesse tutta la vita, ma, nel mentre, se ci si comporta come il nostro fedele amico, ci si è già dati ciò di cui si ha bisogno e da li niente è più pretesa, ma solo atto di amore.
D.S.