Vi é una una famiglia nella nostra storia, molto potente ed ammirata, che ha avuto tutto, ma non la pace spirituale, la famiglia Agnelli.
Come è possibile che una famiglia talmente potente dal punto di vista politico, economico e sociale, quale quella degli Agnelli sia divenuta protagonista di cosí tanti piccoli e enormi drammi. Il potere puó tutto, forse… No, quale tipo di potere puó tutto?
La radice del sincero potere sta nella pulizia del cuore e dell’anima. Una dimostrazione concreta di tale affermazione é questa famiglia, ma ce ne sono tante e tante altre con simil sorte.
Si parla di “sindrome degli antenati”, una teoria della dott.sa Anne Ancelin Schützenberger, secondo cui in maniera inconscia e non volontaria si trasmettono gli eventi irrisolti di generazione in generazione.
Il dramma che lega i membri della famiglia che prendiamo ad esempio, ha una origine a noi nota, (ma potrebbe essere molto piú antica) con Edoardo Agnelli, padre di Clara, Gianni, Umberto, Susanna, Maria Sole, Giorgio e Cristiana. Edoardo, figlio del fondatore della FIAT, Giovanni, è un uomo brillante e affabile, che non riuscirà mai a guidare l’impresa di famiglia, tenuto in pugno dall’autoritario senatore. Edoardo sposa Virginia Bourbon del Monte, erede dei principi di San Faustino e marchesi di Santa Maria, di origine napoletana. Entrambi muoiono in circostanze tragiche: Edoardo all’età di 43 anni, nel 1935, decapitato dall’elica dell’idrovolante del padre in un’incidente aereo. Virginia rimarrà uccisa in un’incidente automobilistico nel 1945, in un frontale con un mezzo dell’esercito americano.
Anche il Senatore Gianni Agnelli, nonno del noto Gianni, fondatore della FIAT, dopo la guerra ha avuto l’enorme dispiacere di vedersi tolto della possibilitá di restare a capo dell’azienda da lui stesso creata per vicissitudini politiche e, al suo funerale, non è stato neanche concesso ai parenti di poter far passare la sua tomba al Lingotto per un ultimo saluto.
Virginia stessa, madre di Gianni Agnelli, donna eccentrica non ha potuto crescere in pace i propri figli perché perseguitata da Gianni Senior, che voleva levarle la potestá sui figli, in quanto ella, a seguito della morte di Gianni, ha intrapreso una relazione con Curzio Malaparte, noto scrittore dell’epoca. Virginia ha dovuto ricorrere a Mussolini per poter riavere con sé i propri figli.
Oltre ad incidenti tragici, la storia della famiglia è stata segnata anche da malattie fisiche e psicologiche improvvise e spesso non preannunciate, che ne hanno ucciso i rampolli. Il fratello dell’Avvocato, Giorgio, è morto a 35 anni, dopo un lungo ricovero in Svizzera. Secondo la compagna, Marta Vio, non ha mai sopportato il fratello maggiore, e i genitori, scomparsi quando i figli erano ancora molto giovani, non hanno mai potuto mediare questo rapporto. Proprio questa conflittualità, unita al peso di appartenere ad una famiglia dalle alte aspettative, sembra abbia accentuato i suoi disturbi mentali.
Giorgio, affetto da schizofrenia, ha avuto vari episodi di violenza contro il fratello Gianni. Secondo la moglie, Giorgio si è suicidato gettandosi dall’ultimo piano della clinica, ma la sorella Maria Sole sostiene che sia stato il fisico debilitato dalle medicine e dalla malattia mentale ad uccidere il fratello.
Edoardo Agnelli, unico figlio maschio dell’Avvocato, è una delle figure più amate della famiglia. Carattere controverso e fascino da “poeta maledetto”, Edoardo, ribelle, insofferente al capitalismo e alla materialismo. Colto e viaggiatore, approfondisce le filosofie orientali e si avvicina al sufismo islamico. Edoardo è un filosofo, un pensatore fine con un profondo interesse per le religioni, e i tentativi della famiglia di inserirlo nella dirigenza delle società Agnelli si rivelarono ben presto fallimentari.
A seguito di problemi con la droga, viene arrestato in Kenya e accusato di spaccio di stupefacenti a Roma. Spacciato su ogni testata giornalistica, dubbi sulla veridicitá di quanto accaduto appaiono su questi episodi, in quanto la piú importante famiglia di Italia era solita riuscire a “bloccare” le notizie definibili scomode.
La sua morte, nel 2000, all’età di 46 anni, ha avuto un forte impatto mediatico. Il suo corpo è stato ritrovato in fondo ad un cavalcavia dell’autostrada Torino-Savona, nella zona di Fossano. Forti le teorie complottiste che negano il suicidio, causa ufficiale del decesso.
Si pensa che lo stesso sia stato indotto al suicidio o sia stato ucciso. Un membro musulmano a capo della Fiat o comunque erede, con di mezzo i finanziamenti forti di una potentissima banca, non poteva essere tollerato.
Giovanni Alberto Agnelli sarebbe stato l’erede designato della famiglia. Figlio di Umberto e di Antonella Bechi Piaggio, dimostra di possedere le doti imprenditoriali necessarie per guidare sia la FIAT che la Piaggio. Dopo gli studi negli Stati Uniti, lavora sotto lo pseudonimo di “Giovannino” Rossi allo stabilimento FIAT di Grugliasco, insieme agli altri operai. Si arruola poi come carabiniere paracadutista. Molto amato dai torinesi, tra i quali era conosciuto proprio con il soprannome Giovannino, viene scelto dallo zio Gianni per guidare l’azienda.
Un fulmineo cancro all’addome lo uccide dopo 9 mesi di lotta con la malattia. A nulla servono le cure più all’avanguardia e la famiglia, disperata, si rivolge anche ad alternative meno scientifiche. Muore a 33 anni, nel 1997, appena 3 mesi dopo aver avuto la primogenita, Virginia Asya, dalla moglie Frances Avery Howe. I funerali si sono svolti in modo molto rapido, secondo le cronache dell’epoca, alla presenza dei parenti più stretti.
La “maledizione” non ha risparmiato nemmeno il ramo americano della famiglia. Clara Agnelli, primogenita di casa Agnelli, e Tassilo von Fürstenberg, suo primo marito, hanno avuto tre figli diventati molto famosi in vari ambiti: Ira, Egon e Sebastian. Proprio Egon, stilista, muore all’età di 58 anni per quella che viene ufficialmente definito un tumore al fegato, 15 giorni dopo lo zio Umberto Agnelli. La prima moglie, la celebre Diane von Fürstenberg, racconta nella sua autobiografia che in realtà è stato stroncato dalla cirrosi epatica, dopo essere stato malato di Epatite C per decenni.
Il figlio di Ira non subirà un destino migliore. Christoph di Hohenhole-Langenburd, soprannominato Kiko, finisce in prigione in Thailandia per aver alterato la data del suo passaporto scaduto. Forse scambiato per un trafficante di droga, viene arrestato dalla polizia e rinchiuso nel carcere di Klong Prem, uno dei più disumani del Paese, in cella insieme ad altri 40 detenuti. A nulla sono valse le visite della madre, che ha tentato di tirarlo fuori di lì in tutti i modi.
Muore pochi giorni dopo, per quello che l’autopsia svoltasi in Thailandia ha identificato come coma diabetico. Christoph aveva passato quella vacanza in una Spa dove aveva fatto una cura dimagrante, e aveva il fisico molto indebolito, ma ci sono forti sospetti che la morte sia stata causata dagli abusi subiti in carcere. Non c’è stato modo di verificarlo, dato che le autorità thailandesi hanno impedito di portare la salma all’estero senza inumazione.
Gli Agnelli sono una delle famiglia più influenti non sono in Italia, ma nel mondo. La nuova generazione è riuscita a realizzare il sogno di Gianni: l’internazionalizzazione della FIAT. Il loro percorso è stato caratterizzato da molti successi e da tante tragedie. La loro storia è racchiusa nel cimitero di Villar Perosa, che si trova poco lontano dal “Castello“, la villa degli Agnelli, che in questo comune alle pendici delle Alpi piemontesi hanno i loro natali.
Nel mausoleo di famiglia sono seppelliti tutti gli Agnelli. Lì ha trovato la pace Giovannino, sepolto vicino al padre e ai fratelli, i gemelli vissuti solo pochi giorni. In quella cappella si è consumato il dolore dell’Avvocato per il figlio Edoardo. La sua lapide si trova tra Umberto e Giorgio, gli zii, e di fronte a quella del padre Gianni Agnelli. In quel mausoleo c’è la storia di una grande famiglia, che ha cambiato il volto all’Italia.
“Secondo la teoria degli antenati, le persone proseguono in vita la catena delle generazioni precedenti, pagando un pegno al passato e, fintanto che non si è “cancellato il debito”, una “alleanza invisibile” spinge a ripetere, che se ne sia coscienti o meno, l’evento o gli eventi traumatici, le morti, le ingiustizie e persino le loro eco.”
Spesso accade, infatti che genitori abusati abusino, che figli abbandonati abbandonino a loro volta e figli di genitori traditori tradiscano, o, spesso che figli di morti per cause accidentali trascorrano una vita all’insegna del pericolo.
La studiosa Schützenberger ritiene che “siamo in fondo meno liberi di quanto crediamo”. Possiamo, tuttavia, riconquistare la libertà, percependo i sottili legami che ci tengono ancorati al passato, per poi lasciarli andare. Afferrando questi fili nella loro complessità, potremo così vivere la nostra vita e non quella, dei nostri genitori, nonni o di un fratello morto, che rimpiazziamo, consapevolmente o a nostra insaputa, nella “catena” del nostro albero genealogico.
Quantele famiglie che si sfasciano per un’eredità o per un lutto?
Lí sicuramente ognuno di noi, riflettendo sul proprio albero genealogico, può “sentire”, “percepire”, “visualizzare”, una qualche disarmonia. Quello è certo un punto su cui portare attenzione.
Anne Ancelin Schützenberger (Mosca, 29 marzo 1919 – Parigi, 23 marzo 2018) è stata una psicologa francese, professoressa emerita all’Università di Nizza, dove ha diretto per oltre vent’anni il laboratorio di psicologia sociale e clinica. È stata altresì cofondatrice dell’Associazione Internazionale di Psicoterapia di Gruppo. La sua esperienza è nota a livello internazionale, soprattutto nell’ambito della psicoterapia di gruppo e dello psicodramma. Ai suoi studi si deve lo sviluppo della tecnica del ‘genosociogramma’: albero genealogico che tiene conto, oltre che dei legami di parentela esistenti, anche del ripetersi di particolari traumi psichici e fisici di generazione in generazione. Il suo lavoro è essenzialmente mirato alla psico-genealogia, alla comunicazione non verbale e ai legami familiari.
Il suo libro “La sindrome degli Antenati”, best-seller in Francia con ben 15 ristampe, rappresenta uno dei testi fondamentali della cosiddetta “psicologia trans generazionale”, una disciplina che si propone di curare malattie fisiche e mentali attraverso lo studio delle storie familiari.
La Schützenberger ha cominciato a notare ricorrenze nelle dinamiche familiari dei suoi pazienti, e indagando, ha scoperto che spesso ci sono vincoli comportamentali che possono essere ricondotti a ciò che è accaduto in vita agli avi. Ricorrenze, situazioni compensative apparentemente inspiegabili, avvenimenti che accadono in coincidenza con certi anniversari, possono essere ricondotti all’esperienza di un antenato che è incorso in una fatalità, gravando così su tutta la catena dei discendenti.
È nostra responsabilità, se vogliamo “svuotare lo zaino dal peso degli antenati”, farci carico di sciogliere questi condizionamenti che influenzando l’inconscio collettivo, lasciando tracce nella memoria delle nostre famiglie.
La storia degli Agnelli è pubblica, spesso è facile risalire alle storie dei nostri avi, a volte invece il nostro albero genealogico contiene delle sfaccettature più complesse. Le trappole, le insidie nascoste nel nostro albero sono spesso rappresentate dal “non sapere” chi siano i nostri avi. Quando non si hanno notizie certe circa l’identità di chi ci ha preceduto, la comprensione risulta più difficile, tuttavia, anche in questi casi c’è un modo per fare chiarezza.
In ogni caso uno dei concetti primari per la rinascita è quello della ‘lealtà familiare’. Ognuno di noi, inconsciamente, è portato a interiorizzare lo spirito, le domande, le aspettative della propria gense a utilizzare le proprie attitudini per conformarsi alle ingiunzioni interne o interiorizzate. “Se non ci si assume questi obblighi, ci si sente colpevoli”, ha sostenuto Anne, e questo è un punto interessante da considerare per definire noi stessi e noi stessi all’interno di un sistema più ampio.
Spessissimo, nelle famiglie e nei gruppi di appartenenza nascono il senso di colpa e la ribellione sui principi familiari e sociali che giungono dalla struttura del sistema di credenze inconsce, che viene trasmesso in ogni membro della famiglia.
E’ dunque fondamentale la lealtà invisibile per sciogliere la presunta “competizione” con chi ci precede.
Se un figlio, ad esempio, percepisse e dunque capisse che, superando il livello di istruzione del genitore, diventerebbe una persona riconducibile a una categoria che il genitore odia (ricco, per esempio), il figlio tenderà a non rompere la lealtà invisibile pur di non fare un torto, pur di non creare attriti nell’albero. La promozione sociale/intellettuale/economica rischierebbe di creare divergenze in ambito familiare. Con un atto mancato, il figlio mantiene intatta la barriera di protezione che lo tiene in seno al nucleo, rispondendo inconsciamente al dettame del genitore che inviando un doppio messaggio contraddittorio, dice: “Io faccio di tutto per il tuo successo, lo voglio… ma temo che mi oltrepassi e che ci lasci o ci abbandoni”.
Spessissimo nelle famiglie non si parla di ció di cui non si puó parlare per pudore o vergogna e per evitare di indagare nei sottesi, nel nascosto, nelle ombre. Dunque, si tace sul passato anche.
Tutti intuiscono e nessuno parla e, il silenzio, concepito anche come “forma di rispetto per i defunti, di cui si parla sempre bene dopo il trapasso, tende ad ammantare gli accadimenti familiari sotto una spessa coltre di scuro.”
Si parla quindi di “cripta”e di “fantasma” (nel 1978 due psicanalisti, Abraham e Torok, introdussero il concetto) ossia, quando nel passato familiare vi è qualcosa di tremendo e non tramandabile (stupro, abuso, ingiustizia, tradimento, espropriazioni patrimoniale) – si preferisce nascondere l’evento e la persona che ne è stata protagonista.
Tutto questo crea danni estremi ai discendenti, ad esempio questi inizieranno a fare “qualcosa senza comprenderne la ragione”, l’inconscio e le paure nascoste cominceranno ad avere la meglio su di loro. Essi si sentiranno come posseduti, compiranno delle azioni non solite.
“Questo membro della famiglia conserva, in sostanza, in sé il “non-detto”, e lo incarna come a simboleggiare la presenza che si è invece voluto nascondere.”
La Schützenberger crea lo strumento di analisi del genosociogramma, ossia la ricostruzione analitica dell’albero genealogico, che permette di individuare i collegamenti tra gli elementi di generazioni diverse. In esso possono rientrare anche persone esterne alla famiglia, ma che sono state fondamentali nella vicenda familiare (benefattori, aiutanti, sostituti di ruoli fondamentali o chi ha danneggiato la famiglia, in qualche modo.
Un elemento di analisi molto importante è la coincidenza tra le date di nascita, di matrimonio, di morte, di incidente, dei diversi membri del sistema familiare: Schützenberger riscontra infatti la cosiddetta “sindrome da anniversario”, che si manifesta con l’insorgere di malattie o il verificarsi di incidenti, allo scadere di una certa età, o di una data particolare.
“Logosintesi è un sistema di cambiamento guidato, semplice ed elegante, che trova applicazione nella psicoterapia, nel counselling e nel coaching, ma può essere utilizzata anche come metodo di auto-aiuto. Logosintesi è stata scoperta e sviluppata dallo psicologo svizzero/olandese Willem Lammers nel 2005 e utilizza il potere delle parole per creare un cambiamento duraturo. Le Logocostellazioni sono uno strumento nato in seno a Logosintesi, che aiutano ad entrare in contatto con le percezioni sottili che derivano dagli aspetti disarmonici dell’albero genealogico.”
“Nei primi anni ‘30 del ‘900, il neurologo friulano Giuseppe Calligaris, studia e identifica il modo per stimolare la pelle creando una connessione con l’inconscio. Gli studi di Calligaris, ripresi dagli anni ’90 da Gandini e Fumagalli, fanno parte di una tecnica olistica di straordinaria efficacia che prende appunto il nome di Dermoriflessologia, capace di connetterci con aspetti peculiari del nostro spazio personale e, attraverso i sogni, aiutarci a rielaborare molte dinamiche irrisolte, tra cui anche quelle legate all’albero genealogico.”
La sola consapevolezza crea guarigione, il potere delle parole e la volontá personale al distacco familiare un’altra buona parte. Troppo spesso vi sono casi di distruzione auto o etero indotta per pesi, troppo pesanti familiari. Si pensi ai casi di tossicodipenza, delinquenza, violenza. Troppo spesso una famiglia o un gruppo di legami è segnato da drammi ripetuti e l’apatia alla soluzione non puó che amplificare questi effetti.
D.S.
Rivisto da www.fisicaquantistica.it
Fonte: http://www.armoniaemozionale.it/sindrome-degli-antenati-gli-avi-influenzano-il-futuro/
“Sindrome degli antenati”: gli avi influenzano il nostro futuro?
https://www.thesocialpost.it/2017/06/21/la-maledizione-degli-agnelli/
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